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E’ un esercito silenzioso, in marcia dal cuore di Napoli.
Una fotografia dell’alba nei treni cittadini diretti nelle località balneari della provincia.
Ombre sulla sabbia che muovono passi affaticati tra un lettino e un altro, tra un secco “no grazie” e un gesto annoiato con la mano. Col carico di sacchi pesanti e pannelli espositivi senza vuoti.
Una presenza che diamo per scontata, quasi un complemento colorato del paesaggio.
Sono i venditori ambulanti.
Molti arrivano dal Bangladesh, dallo Sri-Lanka o dal continente africano. Tutti offrono un campionario variegato di merce contraffatta o acquistata senza traccia fiscale.
Prodotti che violano la normativa sul copyright ma anche potenzialmente nocivi e dannosi perché privi delle dichiarazioni di conformità e requisiti minimi di sicurezza.

Tracce di un caporalato stagionale che spinge gli ambulanti tra i bagnanti, per compensi minimi nonostante passeggiate chilometriche sotto il sole cocente.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli monitorano il fenomeno, colpendo soprattutto all’origine di questo flusso.
Prima che la filiera logistica si metta in moto, in quelle che sono le basi di distribuzione.

I sequestri sono concentrati nell’area che circonda piazza Garibaldi, probabilmente perché principale snodo di arrivo e partenza per gli ambulanti.
I conti parlano chiaro.
Da Gennaio ad oggi, con una concentrazione di risultati che tendono ad aumentare con l’estate, sono stati sequestrati oltre 2700 capi di abbigliamento contraffatti, circa 300 borse e poco più di 600 paia di scarpe dai marchi falsificati.
Nel bilancio troviamo anche centinaia di costumi da bagno, ciabattine da mare, migliaia di occhiali da sole. E ancora prodotti che richiamano il merchandising del Napoli. Solo per questo settore sono oltre 2000 gli articoli recuperati: dalle maglie ai palloni, dalle casse Bluetooth con il logo della squadra fino ai materassini brandizzati.
Destinati agli arenili anche molti prodotti di cantanti in voga in questo periodo.
T-shirt, cappellini, zaini, portapenne, cover per cellulari e addirittura cuscini.

Colpi sono stati inferti anche a chi questi materiali li produce.
Nel corso dei servizi eseguiti, anche in questo caso concentrati nel cuore del capoluogo, i carabinieri hanno sospeso l’attività di veri e propri offset. Sequestrati stampanti termiche, clichè, fregi, adesivi di varie griffe e persino finti certificati di idoneità.

Secondo l’Eurispes, giocattoli, calzature e abbigliamento sono tra le categorie più sequestrate, in un mercato del falso che nel 2021 ha contato un valore globale superiore ai 460 miliardi di dollari.

L’Arma napoletana affronta con enorme impegno questa realtà. La contraffazione e la vendita ambulante non possono essere interpretate come un fenomeno isolato. Ma come il frutto di sfruttamento ed evasione fiscale.
Altrettanto verosimile l’ipotesi che l’economia parallela del falso, anche quella che si muove sulle spiagge affollate dei nostri litorali, possa essere un settore sul quale la longa manus della criminalità non sia così lontana.