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Napoli-I più curiosi scandagliano le etichette delle bevande per capire le sostanze in esse contenute. Se non si hanno molte conoscenze soprattutto in materia chimica è difficile comprendere pienamente cosa veramente si va ad ingerire. Quanti vorrebbero sostanze “sane”? Ecco che il problema è risolto e l’idea parte da Napoli. Nei laboratori di Scienze Chimiche a Monte Sant’Angelo, nella sede dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, si producono bevande antiossidanti ma soprattutto eco innovative a partire dalle bucce di frutta. E’ un po’ come il limoncello: dalle bucce del limone si giunge alla saporita bevanda. Innovazione si, ma anche tanta innovazione. Tutto, infatti, parte da un estrattore che è stato inventato in quel laboratorio ben venti anni fa: «La tradizione vuole che per fare il limoncello le bucce del limone debbano stare al macero per 15 20 giorni – spiega Daniele Naviglio, inventore della macchina – invece con il nostro strumento è pronto in massimo 3 ore». Dalla fusione tra tradizione e innovazione è partita la startup “Bio Naet”: «Riusciamo ad ottenere bevande alcoliche e non – spiega Simona Giacobbe, R&D di Bio Naet – I nostri prodotti sono ecoinnovativi per la tecnologia che utilizziamo, naturali al 100%, riusciamo anche a dolcificarle mediante la stevia che utilizziamo. Insomma ci ubriachiamo ma al tempo stesso ci facciamo bene perchè sono ricchi di antiossidanti. Siamo partiti un po’ per gioco 2 anni fa. Adesso siamo capaci di estrarre molecole e principi attivi da tutta una serie di piante e residui alimentari ormai denominata materia prima seconda».

La bevanda si chiama Naettare ed ha il sapore di mela. Una grande idea innovativa ma soprattutto economica e commerciale. Così come gli abiti di Salvatore Ferragamo che utilizza bucce di frutta. Che possa costituire un impiego per tanti giovani con l’apertura di bar che smerciano solo bevande eco innovative?.