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Napoli – Alla vigilia della Giornata Internazionale della Pizza, ecco l’ennesimo vile attacco della criminalità nel territorio partenopeo, che nella notte ha colpito con una bomba la storica pizzeria Sorbillo, nel cuore dell’antica Napoli. Sembra un segno del destino. Una giornata istituita da poco con l’obiettivo di valorizzare la pizza come eccellenza alimentare italiana e celebrare il lavoro di ogni pizzaiolo. Patrimonio dell’Unesco dal 2017, un riconoscimento a cui si giunge dopo un lungo percorso, grazie a chi da anni si adopera per salvaguardare e far conoscere un prodotto tradizionale, tramandando anno dopo anno tecniche e conoscenze. Un’arte, perché di questo di tratta, che viene costantemente presa come fonte di ispirazione e integrazione dai cuochi di tutto il mondo. 

Gino è oggi riconosciuto come uno, forse il più noto guru della pizza, è ormai uno dei simboli della pizza nel mondo: tra Napoli, Milano e New York, portano il suo nome ben 11 pizzerie. Un maestro che porta in giro per il mondo la passione e l’arte della vera pizza napoletana. Un precedente c’era stato cinque anni fa, quando il celebre e sempre affollatissimo locale che si trova in uno dei decumani della città greco-romana, subì un incendio. Intanto per quanto riguarda l’episodio di questa notte, sono partiti i rilievi e le indagini per cercare di ricostruire quanto accaduto. La Polizia conferma che si è trattato di una bomba carta, la cui esplosione ha danneggiato la saracinesca e la tenda dell’ingresso principale della pizzeria. Sorbillo, a quanto sembra, nega di aver subito estorsioni. E nel quartiere si mostra sorpresa per quanto è accaduto. Nessun danno alle persone, ma molta paura e un’indignazione diffusa, specie sul web. Ora Sorbillo non vuole piangersi addosso, non vuole lasciarsi vincere dallo scoraggiamento, né vuole abbandonare il quartiere dove è nato e cresciuto, e la storica sede che suo nonno Luigi aprì nel 1935 e che lui, nobilitando l’attività del pizzaiolo di strada e la pizza, ha fatto diventare la meta di un vero e proprio pellegrinaggio incessante. 

Simbolo dei pizzaioli, della svolta, colui che ha ridato orgoglio a una categoria che solo quindici anni fa nessuno considerava così importante. Simbolo della Napoli “buona”, onesta, che vuole riscattarsi, dell’unione tra le differenze sociali. Di recente, ha espresso solidarietà al calciatore del Napoli, Koulibaly, – bersaglio lo scorso 26 dicembre, di cori razzisti allo stadio San Siro in occasione della partita Inter-Napoli – mostrandosi in una foto con il volto dipinto di nero, dedicando un piatto al giocatore senegalese e annunciando di rifiutarsi di servire la pizza nel suo locale ai razzisti. Ora è lui a ricevere messaggi di solidarietà e d’incoraggiamento a continuare la sua attività. Ha dichiarato – inoltre – che potrebbe essere stato un atto intimidatorio da parte di qualcuno legato al mondo degli stadi, visto il suo dichiarato schieramento contro il razzismo nel calcio. Solo un’ipotesi questa… che lascia il dubbio. Una ferita per tutti, un uomo che nel tempo, ha contrapposto la sua pizza e la sua identità a una Napoli delinquente e caotica… Gino è un po’ il Pino Daniele della pizza: ha assimilato una tradizione e l’ha modificata, restituendo l’antico con il sapore del nuovo e facendo innamorare tutti con il prodotto della sua più grande passione.