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Traditi dallo spiccato accento napoletano e dalle immagini delle telecamere presenti nell’appartamento di un imprenditore che avevano finto di perquisire vestiti da carabinieri e dietro un falso mandato della procura. E’ stata sgominata nelle scorse ore la banda di rapinatori napoletani che lo scorso 28 settembre 2018 svaligiò l’abitazione di un imprenditore di Sesto Fiorentino portando via 40mila euro, gioielli, un lingotto in argento e diversi cellulari. 

Quattro di loro sono tutti residenti nei comuni a nord di Napoli ad eccezione di una quinta persona fiorentina, che svolse il ruolo di basista fornendo indicazioni utili al buon esito del colpo. Ad arrestarli gli agenti della Squadra Mobile di Firenze in collaborazione con il commissariato di polizia di Sesto Fiorentino nell’ambito di una operazione coordinata dalla procura di Firenze e nata dopo la denuncia dell’imprenditore dopo la finta perquisizione di tre uomini vestiti con abiti sportivi e qualificatisi, con tanto tesserino e paletta simili a quelle utilizzate della forze dell’ordine, come appartenenti all’Arma dei carabinieri.

Sono tutti di età compresa tra i 22 e i 43 anni. A colui che avrebbe ricoperto il ruolo di “capo”, originario di Acerra, il GIP del Tribunale di Firenze ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere mentre ai restanti quattro sono stati applicati gli arresti domiciliari ad Afragola, Casoria e Sesto Fiorentino

La sera del 25 settembre scorso l’imprenditore era rientrato presso la propria abitazione a Sesto Fiorentino insieme alla compagna quando sull’uscio di casa è stato fermato da tre uomini qualificatisi come appartenenti all’Arma dei carabinieri e in possesso di un falso atto di perquisizione domiciliare della Procura della Repubblica di Prato.

Una volta dentro l’appartamento i tre fecero finta di perquisire e portarono via l’ingente bottino. Mentre andavano via si resero conto della presenza del sistema di videosorveglianza e provarono a nascondere le tracce della loro presenza estirpando una telecamera. Ma la registrazione del video e l’evidente accento napoletano hanno consentito ai poliziotti di identificarli anche grazie a una meticolosa analisi dei dati delle utenze cellulari degli indagati incrociati con quelli dei loro spostamenti a bordo di due auto noleggiate.