Tempo di lettura: 5 minuti
Flash mob nel pomeriggio all’esterno dell’Istituto statale di istruzione secondaria ‘Andrea Torrente’ di Casoria (Napoli) frequentato da Martina, la 14enne uccisa dal suo ex fidanzato. A partecipare alunni, collettivi studenteschi ma anche tanti cittadini. Molti giovanissimi indossano una maglietta bianca con impressa l immagine di Martina, altri hanno preparato cartelli dove si legge ‘Basta doppi standard’, ‘No significa No!’ e cinque lettere che compongono la parola ‘Basta’. All’ingresso dell’Istituto scolastico e’ stato affisso uno striscione ‘Martina vive’ – Resterai sempre nei nostri cuori. All’iniziativa sono presenti anche il deputato Avs Francesco Emilio Borrelli e il sindaco di Afragola Antonio Pannone. Poco fa anche la mamma di Martina è giunta fuori scuola. Tra le lacrime ha detto: “Questa è la scuola che frequentava Martina”. Un lungo applauso ha aperto il flash mob. 

Gli studenti: “L’amore vero esiste”

Davanti all’ingresso della scuola frequentata da Martina Carbonaro, a Casoria, dove si è svolto un flash mob, in diversi hanno espresso i loro pensieri alternandosi negli interventi. Soprattutto pensieri rivolti alla ragazza uccisa, ma anche messaggi “contro il patriarcato”, la violenza “da condannare sempre, “l’amore vero da insegnare a scuola.
    “Oggi ci siamo alzate per dire basta!”, ha urlato una studentessa. “Sorelle, gridate per voi stesse e per tutte le sorelle uccise”, ha aggiunto un’altra amica di scuola.
    E’ stato anche letto il testo di un tema scritto da un ragazzo. In un passaggio dice: “Credici quando diciamo non siamo tutti uguali. Ci sono ragazzi che credono nell’amore. Quello vero”.
    Durante l’iniziativa anche le vittime di camorra e di lavoro vengono ricordate. E lo fa l’associazione Libera contro le mafie che, attraverso un esponente, aggiunge: “Basta alla violenza sulle donne, siamo stufi di piangere”.
    Tra i partecipanti anche il sindaco di Casoria Raffaele Bene. Più volte ricordata dai partecipanti anche Giulia Cecchettin, il cui omicidio ebbe anche in questa zona una vasta eco. 

I genitori di Martina: “Basta cattiverie”

Una lunga giornata, cominciata con un incontro con le istituzioni e terminata davanti alla scuola frequentata dalla loro Martina, che da grande voleva fare “la chef stellata”: tanta solidarietà per Marcello Carbonaro e Enza Cossentino, i genitori della quattordicenne uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato Alessio Tucci, reo confesso. “Ci fa piacere e ci aiuta”, dicono, ma – oltre al dolore, quello c’è sempre – non nascondono l’amarezza per le insinuazioni e i giudizi ricevuti online. “Sono state dette tante cattiverie – dice la mamma di Martina – hanno scritto che ho reagito con indifferenza alla morte di mia figlia, come se non mi importasse nulla. Ma se non mi fossi mostrata forte, qui saremmo crollati tutti”.
    Una donna forte, ma macerata dalla sofferenza per una figlia che non tornerà più, come testimonia il prefetto di Napoli, Michele di Bari. “Si avverte il dolore immane di una mamma. Non credo che ci siano parole sufficienti o adeguate per descrivere lo stato d’animo di persone che hanno perso la figlia qualche giorno fa”, dice.
    Il prefetto ha incontrato nel pomeriggio i genitori, nel Comune di Afragola, insieme al sindaco Antonio Pannone, e alla presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere, Martina Semenzato, secondo la quale “è un dovere morale essere vicini a questa famiglia. Tutti i femminicidi sono uguali per dolore e drammaticità, ma alcuni colpiscono per la giovane età della vittima e dell’assassino e per l’efferatezza del gesto. Abbiamo bisogno di una torsione culturale forte”.
    In precedenza Enza e Marcello avevano parlato con il sottosegretario Alfredo Mantovano, oggi in visita istituzionale in Campania. “Credo che debba confermare il dolore personale della presidente del Consiglio e di tutto il Governo per questa vicenda che è difficilmente catalogabile, nel senso di stabilire qual è il confine tra femminicidio, condizioni di degrado, follia”, ha detto Mantovano, secondo cui “certi episodi non è che si possano stroncare o prevenire come tutti vorremmo per decreto. C’è qualcosa che coinvolge la responsabilità di tutti, sapendo che è complicato e difficile”.
    Durante questi incontri i genitori di Martina restano in silenzio. Ma in mattinata si erano sfogati, parlando col deputato di Avs Francesco Emuilio Borrelli. “Ce l’hanno ammazzata. Ora vogliamo solo verità e giustizia”, ha scandito il padre della ragazza, mentre la madre ha insistito sulle “accuse ingiuste e cariche di cattiveria” ricevute. “Chiediamo solo giustizia e rispetto per la memoria di nostra figlia”. “Basta odio e fango sui social. Vicinanza, non accuse”, dice dal canto suo Borrelli, il quale chiede che “la magistratura indaghi anche su eventuali complici del killer”.
    Ma in queste ore è soprattutto un’ondata di solidarietà quella che avvolge i due genitori. L’ultima manifestazione in serata, a Casoria, davanti alla scuola frequentata da Martina. C’era anche la mamma, ormai senza parole. E c’erano tanti amici e compagni della ragazza. Uno di loro ha scritto un tema, che è stato letto. In un passaggio dice: “Credici quando diciamo non siamo tutti uguali. Ci sono ragazzi che credono nell’amore. Quello vero”.