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Napoli – Abbandona la carcassa di un vecchio frigorifero nel cuore del quartiere Barra, dopo di che si allontana a tutta velocità dalla scena sottraendosi al controllo degli uomini dell’Asìa che ne avevano appena notato le mosse. Rintracciato nel vicino comune di San Giorgio a Cremano a tempo record dagli uomini della polizia locale, il 23enne ha provato poi a rendersi irreperibile. Grazie alla mediazione e alle lacrime della madre, il giovane alla fine ha deciso di “costituirsi”, incassando un verbale da 500 euro.
 
È l’ennesima storia di ordinaria follia metropolitana, quella che arriva dalla zona orientale di Napoli, da mesi preda di un’emergenza rifiuti che ancora stenta ad arretrare. Tutto è accaduto stamattina e la vicenda si è sviluppata nel giro di pochi minuti. Gli agenti dell’unità operativa Barra-San Giovanni diretta dal capitano Enrico Fiorillo erano impegnati in un servizio di controllo del territorio in cupa Rubinacci, quando sono stati chiamati dagli operatori ecologici dell’Asìa che stavano invece effettuando un intervento di bonifica nella vicina cupa Santa Maria del Pozzo. Stando a quanto riferito alla polizia locale, un giovane, giunto sul posto alla guida di una Fiat station wagon, aveva scaricato all’interno dei cassonetti della raccolta indifferenziata un vecchio frigorifero e una sedia. Accortosi della presenza dei dipendenti del Comune di Napoli, il “furbetto” ha quindi rimesso in moto e si è allontanato a tutta velocità dal posto, non sapendo che gli operatori Asìa erano però riusciti nel frattempo ad annotare il suo numero di targa e a consegnarlo ai vigili. A quel punto è subito scattata la caccia all’uomo e in breve tempo i caschi bianchi sono hanno raggiunto l’abitazione nel quale lo “sversatore” vive insieme alla madre, nel limitrofo comune di San Giorgio a Cremano. All’arrivo degli agenti il 23enne non era in casa, ma grazie all’abilità persuasiva della donna, mortificata per l’accaduto, dopo poco ha deciso di presentarsi spontaneamente. Per lui è quindi scattato un verbale da 500 euro e una sonora “tirata d’orecchie”.