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E’ stata una segnalazione arrivata dalla Lituania su ingenti somme di denaro che arrivavano dal Salento provenienti da conti correnti postali italiani a dare il via all’indagine delle Procure di Lecce e Napoli, con la collaborazione di Eurojust, che ha consentito di arrestare 13 persone. Gli accertamenti della guardia di Finanza hanno permesso di individuare 71 percettori di bonus edilizi, prevalentemente ‘Bonus facciate’, che dopo la cessione del credito d’imposta a Poste Italiane avrebbero trasferito gran parte delle somme all’estero. A capo del presunto sodalizio criminale ci sarebbe stato Marcello Monsellato, 48 anni, di Presicce-Acquarica, titolare di uno studio di consulenza nel Sud Salento, esperto nei meccanismi di funzionamento del circuito bancario, finanziario e fiscale.
L’organizzazione, dopo aver individuato i possibili beneficiari di bonus edilizi (persone senza redditi, alcune con pendenze penali e/o con l’Erario) registrava le firme digitali (Spid), inseriva le richieste sul portale dell’Agenzia delle Entrate e accendeva conti correnti presso Poste Italiane. Il danaro ottenuto veniva trasferito su conti correnti esteri, soprattutto Lituania e Lettonia e, successivamente, veniva fatto rientrare in Italia con stratagemmi vari. Dall’indagine è emerso che tutti i percettori delle agevolazioni fiscali, in realtà, non avessero inviato alcuna comunicazione obbligatoria (Cila/Scia) agli Uffici tecnici dei comuni interessati, e non avevano effettuato nessun intervento edilizio e, addirittura, in molti casi, non erano nemmeno proprietari di alcun immobile. Un giro d’affari illecito i cui profitti ingenti hanno finito con l’attirare l’interessamento della criminalità locale.
È emerso come i rapporti tra alcuni esponenti della malavita e il capo dell’organizzazione si fossero progressivamente deteriorati diventando di sempre più difficile gestione, tanto che, nel giugno 2022, a Monsellato fu incendiata prima la sua abitazione e poi quella dei suoi genitori, sempre a titolo estorsivo. A fine 2023, grazie al lavoro della Procura della Repubblica di Lecce, della squadra investigativa comune e dei finanzieri salentini sotto costante coordinamento del desk italiano di Eurojust, le somme di denaro sequestrate in Lituania (circa 3,2 milioni), sono rientrare in Italia già confluite nel Fondo Unico Giustizia.