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Napoli – “Tassare il gasolio agricolo per combattere i cambiamenti climatici produrrà solo danni all’agricoltura, al territorio, all’ambiente e all’economia“. È il commento di Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania, all’ipotesi ventilata dal DL Clima, che rischia di creare un paradosso e colpire l’agricoltura più green d’Europa, mettendo fuori mercato le eccellenze agroalimentari e condannando all’abbandono e al dissesto idrogeologico gran parte del territorio rurale.

I trattori funzionano a gasolio – spiega Loffreda – ed è l’unico carburante al momento utilizzabile per alimentarne i motori. Tassarlo significherebbe colpire gratuitamente le imprese agricole, favorendo la speculazione dei produttori stranieri che non sono costretti a subire questo balzello. È come decidere di sparare sul primo settore, piombando le ali ad un pezzo fondamentale dell’economia nazionale, ma anche al presidio più importante del territorio e del paesaggio. Non è certo colpa degli agricoltori se l’industria delle macchine agricole non ha investito in tecnologie alternative per spingere i motori dei trattori. La riprova di questo sta nei cambiamenti già in atto in alcuni comparti. Nella quarta gamma, ad esempio, sono state introdotte le macchine elettriche per la raccolta delle insalatine e dei prodotti sotto serra. Stesso discorso vale per gli allevamenti, dove la scelta saggia di introdurre le mungitrici elettriche ha cambiato l’approccio ai consumi energetici. Tanto è vero che le aziende zootecniche stanno investendo negli impianti a biogas per i reflui, che producono energia rinnovabile con cui si alimentano le mungitrici, le attrezzature di pulizia, i caseifici e le macchine a servizio delle stalle. Gli agricoltori non possono pagare un ritardo tecnologico dell’industria meccanica. È sull’innovazione tecnologica che vanno indirizzati gli investimenti per combattere i cambiamenti climatici. Dal mondo agricolo c’è sempre stata la massima attenzione alla sostenibilità ambientale. L’aumento dei costi del carburante otterrebbe solo l’effetto di far chiudere le attività agricole, con un devastante impatto ambientale soprattutto nelle aree interne più difficili. Il risultato sarebbe il contrario di quanto dichiarato. Se non si produce sul nostro territorio, aumentano le importazioni di cibo dall’estero. E se aumentano le importazioni di cibo aumentano i costi ambientali dovuti ai trasporti aerei e su gomma.”