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Napoli – La commissione Patrimonio, presieduta da Carmine Sgambati, ha incontrato oggi l’assessora al Patrimonio, Alessandra Clemente, il nuovo amministratore unico di Napoli Servizi, Salvatore Palma, il responsabile della UOC Tecnico gestionale di Napoli Servizi, Domenico Gagliardi, e Natàlia D’Esposito, responsabile dell’Area Patrimonio, per fare il punto sullo stato attuale del patrimonio comunale.

Per la prima volta in una commissione consiliare in veste di amministratore unico della società in house Napoli Servizi, l’ex assessore al Bilancio, Salvatore Palma, ha esordito sulla realtà di Napoli Servizi: è una azienda strutturata che conta su una forte professionalizzazione. L’amministrazione de Magistris, nel suo intervento di riforma delle vecchie partecipate, ha anticipato molte delle indicazioni che poi sono diventate di legge; l’affidamento della gestione del patrimonio alla Napoli Servizi ha consentito al Comune di accorpare competenze, semplificare le procedure, risparmiare risorse rispetto alla vecchia gestione Romeo, eccessivamente costosa e verticistica. Siamo all’inizio di un percorso e occorrerà motivare le professionalità esistenti, ma il lavoro fatto ha già dato risultati positivi: è già valorizzazione del patrimonio il fatto che il Comune, finalmente, abbia contezza dei propri beni. Ci sono le condizioni per raggiungere grandi risultati, ha concluso Salvatore Palma, e le principali linee di azione puntano sulla valorizzazione dei beni, su un miglioramento della gestione amministrativa e del recupero dei crediti, sul rafforzamento delle dismissioni. Infine, insieme alla risoluzione delle problematiche del bilancio della società, si sta lavorando al contratto di servizio che dovrà necessariamente essere firmato entro il 30 settembre; un contratto che darà maggior respiro alla società dando inizio a una nuova fase costruttiva.

Di risultati da raggiungere ha anche parlato l’assessora al Patrimonio, Alessandra Clemente, sottolineando la forza di Napoli Servizi e la pluralità delle sue attività. Bisogna essere consapevoli di ciò che è stato fatto, ha aggiunto, e il punto di partenza è proprio la restituzione di dati accessibili a tutti sullo stato del patrimonio comunale e sull’andamento delle dismissioni: uno strumento fondamentale per impostare il lavoro futuro.

Con l’aiuto di slide, il responsabile tecnico gestionale della Napoli Servizi, Domenico Gagliardi, ha fornito un quadro riassuntivo delle attività svolte dalla società a partire dal 2012, dall’iniziale passaggio di consegne dalla Romeo, che aveva gestito il patrimonio comunale per quasi 20 anni, al lavoro fatto per catalogare, digitalizzare e conservare correttamente la grande mole di carte (1 milione e 300mila fogli da Romeo, più la documentazione conservata negli uffici comunali del patrimonio). Oggi la documentazione cartacea è conservata in due idonei archivi fisici, e 30mila sono i fascicoli digitalizzati. Anche l’inventario dei beni immobili, che la precedente gestione aveva trasferito, è ora digitalizzato. Sono, oggi, 65.378 i beni del patrimonio comunale, tutti mappati, per il 95% concentrati a Napoli; tra questi ultimi, il 46% è costituito da immobili a uso abitativo, la cui parte preponderante è costituita da Edilizia Residenziale Pubblica. Sono oltre 31mila le pratiche che Napoli Servizi gestisce ogni anno. Un focus, in quest’ambito, l’ingegner Gagliardi l’ha fatto sul tema delle morosità: nel 2018 Napoli Servizi ha chiesto a 21mila utenti di autocertificare la propria situazione; le risposte arrivate sono state 17mila e le percentuali degli ultimi 3 anni, che sono costanti, dimostrano che la morosità riguarda 4mila utenti, per una percentuale del 20%. Le dismissioni del patrimonio ERP sono concretamente iniziate nel 2015 perché è stato necessario innanzitutto chiarire l’entità delle
proposte di vendita fatte nella vecchia gestione e la situazione delle caparre versate e introitate, secondo la vecchia regolamentazione, dalla Romeo. Su questo aspetto, la dirigente del servizio Demanio e Patrimonio e responsabile dell’Area, Natàlia D’Esposito, ha ricordato che è ancora in corso un contenzioso giudiziario. Dopo aver chiarito la situazione della dismissione dei poli artigianali (su 64 immobili, sono state inviate 58 proposte di vendita), delle procedure per l’acquisizione dei suoli e dei fondi rustici e della gestione delle spese per i beni in condominio, Gagliardi ha illustrato lo stato della vendita degli immobili di pregio e grandi contenitori: sono 6 le aste avviate, e per 4 immobili, le cui aste sono andate deserte, la dismissione è ora affidata a trattativa privata sul mercato. Approfonditi infine i temi del contenzioso legale, nel quale si registra una netta contrazione rispetto al passato (erano 5.100 i contenziosi nel 2012, oggi sono 500 le cause in corso) e degli incassi: la percentuale è aumentata del 7% negli ultimi 6 anni; il riscosso, al 31 dicembre 2018, è al 53%, e i dati aumenteranno con le diffide inviate nel 2019.

Nel corso del dibattito il consigliere Claudio Cecere (Dema) ha contestato che, a prescindere dalla gestione Romeo, negli ultimi otto anni non è cambiato nulla, e oggi si può parlare di una vera e propria sconfitta: occorrono risposte chiare sul numero di dismissioni
finora realizzate, sulle somme incassate, sulla situazione dei circa 5.800 locali commerciali di proprietà comunale, molti dei quali in stato di totale abbandono e mai oggetto di una vera strategia di valorizzazione attraverso appositi bandi.

È necessario capire cosa è possibile fare per semplificare le procedure e migliorare i risultati delle dismissioni, ha proseguito Ciro Langella (Agorà), che si è detto non tanto interessato ai dati forniti sul passato di Napoli Servizi, quanto alle scelte per il suo futuro.

Non solo sono da condividere le preoccupazioni sulla scarsa valorizzazione del patrimonio, ha spiegato Andrea Santoro (Misto – Fratelli d’Italia), ma è necessario mostrare una maggiore incisività sulle dismissioni, finora irrisorie. A Napoli Servizi va dato atto della capacità di essere riuscita a riconvertirsi negli anni, e quantomeno oggi si conosce l’entità del patrimonio comunale, ma occorrono ulteriori segnali di rinnovamento, anche attraverso una modifica del regolamento.

La scelta di affidare la gestione del patrimonio comunale alla Napoli Servizi è stata soprattutto politica, ha precisato Rosaria Galiero (Napoli in Comune a Sinistra). Pur essendo consapevoli delle criticità, soprattutto in particolari settori come quelli della manutenzione del patrimonio, il fatto che oggi esista una mappatura dei processi e delle linee di produzione consente di capire come impostare il lavoro per il futuro.

Si è detto sorpreso Rosario Andreozzi (Dema) del fatto che, nel corso della riunione, nessuno abbia posto l’accento sul particolare momento che stanno vivendo gli oltre 1.700 lavoratori di Napoli Servizi, tutti di alta professionalità, in attesa del rinnovo del contratto di servizio scaduto lo scorso mese di giugno. All’amministratore unico Palma, Andreozzi ha chiesto chiarimenti in merito al rinnovo del contratto e allo stato del contenzioso in Tribunale.

Aniello Esposito (Partito Democratico) ha espresso piena vicinanza ai lavoratori di Napoli Servizi per il particolare momento che stanno vivendo. Tuttavia, non è giustificabile la lentezza con la quale la società ha operato negli ultimi otto anni: occorrono strumenti e
risorse finanziarie per i lavoratori, ma anche delibere più flessibili che consentano maggiori margini di azione alla società. Perciò, ha concluso, il tema è soprattutto politico e ha che fare con l’indirizzo che l’amministrazione intende perseguire in merito.