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Giffoni (Sa) – “È anche una battaglia di sovranità del nostro Paese, quello che è successo su questa fabbrica è inaccettabile” così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, risponde agli operai Whirlpool giunti, in bici, oggi a Giffoni dove il grillino ha fatto tappa per la campagna elettorale in vista delle regionali di settembre.

“Napoli non può chiudere”, spiega un operaio al ministro pentastellato, che in tutta risposta replica con un secco “non chiuderà”.

Continua così la lotta degli operai dello stabilimento di Napoli Est, a cui la multinazionale statunitense ha confermato lo stop dell’attività al prossimo 31 ottobre. Oggi gli operai sono giunti in bicicletta, portando con se le pettorine simbolo della battaglia, al Giffoni Film Festival dove era presente l’ex capo politico del movimento.

Proprio Di Maio, all’epoca dei fatti ministro del Lavoro, aveva firmato un accordo con la stessa Whirlpool per mantenere in attività la fabbrica dell’area orientale di Napoli. Un accordo che, oltre ad aver fatto ricevere un boom di voti ai pentastelllati in Campania, un anno dopo rischia di essere del tutto strappato. Con la multinazionale dell’elettrodomestico che, nonostante abbia ricevuto milioni di sovvenzioni statali, conferma l’intenzione di delocalizzare lo stabilimento.

Mentre, dopo il passaggio al Governo giallo-rosso, la patata bollente è passata al ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, che ad oggi non è riuscito a trovare una giusta quadra sulla vicenda. “Se ne sta occupando, sono in constante contatto con lui” ha spiegato Di Maio.

“Vogliamo chiedere a Di Maio – chiariscono i lavoratori – quanto vale la sua firma sotto l’accordo siglato con la Whirlpool visto che a lui in primis hanno dimostrato di non rispettare e perché dopo tanti proclami, tra ritiro incentivi, rispetto del Paese e azioni coercitive unilaterali iniziali, di fatto non hanno fatto nulla se non assecondare la multinazionale”.