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di Ornella d’Anna

Napoli – Sono arrivate a migliaia le firme che consentiranno agli edicolanti di presentare una proposta al Governo affinché venga riconosciuto loro il ruolo perso negli ultimi anni. In questi giorni, in Campania come nel resto d’Italia, Si.Na.G.I – sindacato dei giornalai affiliato alla SLC-CGIL – è sceso in piazza per manifestare contro la situazione professionale, difendendo la categoria dallo stallo dell’ultimo decennio. Centro del dibattito, il mancato rinnovo dell’accordo con la Federazione Nazionale degli Editori, fermo al 2004. “Chiediamo che si intervenga su tre fronti” – spiega Aldo Esposito, segretario del sindacato a Napoli e edicolante al Vomero -.”Innanzitutto, come detto anche dal sottosegretario Andrea Martella, occorre che le sovvenzioni per l’editoria vengano dirottate anche in parte a noi; poi bisogna intervenire sull’accordo nazionale e, infine, abolire i costi per il cashback, cioè fare in modo che le transazioni fatte nelle edicole non abbiano costi di commissione”.

In città in 5 anni sono scomparse 80 edicole su 350. In altre parti di Italia, ad esempio a Firenze, ci sono dei protocolli d’intesa che consentono ai giornalai di emettere anche alcuni documenti: un servizio in più che avvicinerebbe il paese a quanto accade nel resto del Mondo. A Parigi, ad esempio, esistono i “portierati di quartiere”, bistrot attraverso i quali i cittadini possono reperire anche idraulici, badanti e diverse informazioni pratiche. “Se l’edicola non ne trae un agio maggiore, però, è inutile” – spiega ancora Esposito -.”Chiediamo maggiore tutela, anche in ambito regionale: l’ultima legge in materia risale a 20 anni fa. Ci avevano detto che lo avrebbero fatto, ora ci mandano a dire che la proposta deve essere inserita nel piano generale del commercio. Così si rimanda sempre, perché la verità è che le istituzioni sono assenti”.

Qualche giornalaio non è d’accordo sull’idea di “ingrandire” il negozio vendendo anche altri gadget: “In Europa lo fanno con le sigarette o con le calamite per i turisti, ma qui creerebbe un problema agli altri negozianti”, aggiunge Luca Pianese, titolare di un’edicola in via Scarlatti. “In realtà oggi accade il contrario” – conclude Esposito -. “I giornali si trovano anche al bar la mattina. Si trovano ovunque e gratis. Liberalizzando il settore, però, si perde la professione”. I cittadini sembrano concordare: la petizione si concluderà a metà novembre ma l’adesione è così alta che potrebbe volerci anche molto meno.