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Napoli – Il calciomercato bussa alle porte. Domani partirà ufficialmente la sessione invernale di trattative e a diventare protagonisti saranno i direttori sportivi delle varie compagini. In casa Napoli toccherà a Cristiano Giuntoli esaudire i desideri del tecnico Carlo Ancelotti. Il dirigente azzurro, in attesa di esplodere i colpi per il presente e soprattutto per il futuro del club partenopeo, si è raccontato in una lunga intervista concessa a Sky Sport. Questi i temi affrontati da Giuntoli:

RINNOVO – «Mi è stato proposto e siamo vicini a un accordo. Sono contento di restare, mi trovo benissimo a Napoli e con questa proprietà».

NAPOLI – «Ero a vedere una partita play off di serie B, mi chiamarono e mi chiesero un incontro. Pensai volessero un calciatore, chiesi di posticipare e mi risposero che avevano fretta e mi volevano incontrare la domani successiva. Chiesi il motivo e mi dissero che erano interessati a me. Non capivo più niente e ovviamente accettai».

STAFF – «Abbiamo cinque osservatori, ci dividiamo i compiti e incrociamo le informazioni anche sul nostro gruppo Whatsapp. Li chiamo quando mi viene in mente una cosa, è quello il momento giusto».

SARRI – «Sarri provai a prenderlo al Carpi ma non trovammo l’accordo. Ci incontrammo e lui mi disse “Non vengo, ma tu arrivi in Serie A”. Quando arrivai a Napoli il presidente aveva due-tre idee e tra queste c’era Sarri. Sposai in pieno la soluzione, lo conoscevo da una vita. Lo continuo a sentire spesso, ma adesso ho la fortuna di lavorare con Ancelotti. Sarri non mi manca come allenatore, ma come uomo».

ANCELOTTI – «Mi sta dando soddisfazione e amore. Insieme formiamo una grande coppia: abbiamo vinto cinque Champions in due. È molto sicuro di sé, si dice  lo sia perché ha vinto, ma la realtà è il contrario. È stata una grande intuizione del presidente, non credevo sarebbe arrivato a Napoli, non immaginavo potesse accettare con tale entusiasmo. Sta benissimo qui e ci sta aiutando a crescere».

LASAGNA – «Gli dissi che se avesse firmato col Carpi sarebbe arrivato in Nazionale entro il 2018. Ebbi una soffiata, in un video sembrava uscisse dallo schermo quanto era veloce. Lo presi subito, era febbraio o marzo, sono stato fortunato».

TOLISSO – «E’ forse il rimpianto più grande, lo avevamo trattato e avevamo l’accordo. Doveva venire a fare le visite, poi il Lione passò i preliminari di Champions League e il ragazzo decise di rimanere fino alla fine della stagione. L’anno dopo andò al Bayern Monaco. Da un lato ci fu un po’ di soddisfazione, dall’altro un grande dispiacere».

CAVANI – «Fortissimo, ma non credo che certi nomi siano coerenti con la filosofia del Napoli. La nostra forza è stata sempre quella di avere calciatori con nuove motivazioni, di avere nuovi Cavani».

FABIAN RUIZ – «Volevamo prenderlo già a gennaio e strappammo una promessa al procuratore. La cosa assurda e che, quando arrivò Ancelotti, me lo chiese e lo spagnolo era praticamente l’unico calciatore che avevamo già preso. Una coincidenza incredibile».

MILIK – «Lo portai a Capri, se l’avessi fatto venire a Castel Volturno avevo paura di un contraccolpo. Gli spiegai che stavamo facendo dei lavori, cosa peraltro vera».

CRISTIANO RONALDO – «Ci è stato proposto, è vero. Abbiamo un ottimo rapporto con Mendes dai tempi del rinnovo di Ghoulam, ci sentiamo spesso. Lo propose sia a De Laurentiis che a me, io rimasi zitto. Quando approfondimmo il discorso ci rendemmo conto che era un’operazione fuori portata».

JUVENTUS – «Attualmente è la squadra più forte d’Europa, mettersela dietro sarebbe un sogno. Penso, però, che se ce l’ho fatta contro il Lecce quell’anno, allora posso farcela anche con i bianconeri. È qualcosa di difficilissimo ma dobbiamo e vogliamo crederci».