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Le mafie sono come un’azienda: hanno bisogno di pubblicità. Su Tik tok si fanno vedere ricchi e potenti. Quando si vede un cantante su un pick-up con un mitra di finto oro con la maglia narcos e vediamo sotto quanti like ci sono e qualcuno lo invita a fare una lezione mi preoccupo e non posso stare zitto perchè il silenzio è complicità. Quando autorizzo che da una mia opera venga tratto un film e per un’ora c’è solo violenza, qual è il messaggio?”. Così il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, intervenendo alla presentazione del rapporto ‘Le mafie nel cyberspace’, realizzato dalla fondazione Magna Grecia.

In merito alle intercettazioni ed ai relativi costi “si dice che bisogna tornare al maresciallo degli anni ’50. Chi ha il potere non sa che oggi è possibile da un telefonino, attraverso il dark web, ordinare due tonnellate di cocaina stando seduti nel salotto. Quando dicono che bisogna tornare ai pedinamenti io mi arrabbio. Le mafie si evolvono e mutano col mutare della società, bisogna tenerne conto”. Così il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, intervenendo alla presentazione del rapporto ‘Le mafie nel cyberspace’, realizzato dalla fondazione Magna Grecia.

Ho visto la costruzione di una banca on line che ha movimentato 3,6 miliardi di euro. Questo è il presente. Ma quale è lo stato dell’arte sul piano del contrasto? Noi siamo in difficoltà negli ultimi anni. Prima le forze di polizia straniere venivano da noi ad imparare, oggi ci chiamano per informarci che hanno ventimila nickname e file audio da controllare. Abbiamo perso know how, chi ha programmato il Paese negli ultimi 15 anni non ha avuto la visione”. Così il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri.
Un ingegnere informatico nella Guardia di finanza – ha spiegato Gratteri – viene pagato 1.600 euro al mese. Un’azienda privata gliene offre 5-10mila. Questo è un problema. Non abbiamo in Italia la tecnologia che hanno francesi e tedeschi che hanno già bucato piattaforme della criminalità, noi nessuna. A me – ha ricordato – è capitato che uno Stato Ue non ci ha fatto partecipare ad un’attività investigativa di altissimo livello perchè l’Italia non dava alcun apporto sul piano tecnologico.
Per me questo è umiliante. Siamo indietro dal punto di vista tecnologico rispetto ad altri paesi europei”.
Su questi temi, ha aggiunto il procuratore, “ho trovato più interesse alla commissione Antimafia che non in altre sedi istituzionali dove potrebbero essere prese decisioni immediate e operative tecniche. Stimo e frequento la presidente Chiara Colosimo perchè sta facendo più di quello che dovrebbe e potrebbe fare contrariamente ad altri pezzi delle istituzioni.
Io dico sempre quello che penso anche se posso dispiacere il manovratore”.