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“Gli spostamenti della squadra, la sicurezza, il beveraggio, le gestione dei biglietti: tutto era nelle mani della camorra”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nel corso di una conferenza stampa indetta dopo la disposizione dell’amministrazione controllata della società sportiva Juve Stabia a causa di presunte infiltrazioni mafiose.
“La Juve Stabia è una società che milita in serie B – ha aggiunto il procuratore Gratteri – e questo fa scalpore”.
 
C’erano anche tre ultras, già raggiunti da daspo, e ritenuti legati alla criminalità organizzata sul palco allestito per festeggiare, lo scorso 29 maggio, l’accesso ai play off della Juve Stabia, che milita nel campionato di serie B. La circostanza era stata peraltro denunciata in quella occasione dall’eurodeputato e consigliere comunale di Castellammare di Stabia Sandro Ruotolo.La saldatura tra gli esponenti del tifo organizzato, già appartenenti o contigui a compagini criminali locali, e la comunità stabiese – spiega una nota della Procura di Napoli – si è manifestata secondo tipiche modalità di condizionamento mafioso, nell’evento organizzato dal comune di Castellammare di Stabia lo scorso 29 maggio, per celebrare la conclusione dell’ottima stagione calcistica della squadra”.
Circostanza nella quale i rappresentanti dei tre gruppi ultras della tifoseria, alcuni colpiti da D.A.spo e con profili di contiguità criminale, si sono proposti pubblicamente sul palco con vertici della società di calcio, autorità civili e istituzioni pubbliche”.
 
Finanche la cosiddetta “cantera”, cioè il settore giovanile, della società sportiva Juve Stabia, è risultata gestita da personale riconducibile alla camorra: a renderlo noto, oggi, nel corso di una conferenza stampa in Procura, è stato il questore di Napoli Maurizio Agricola. L’incontro è stato indetto per fare il punto sulla decisione di mettere sotto amministrazione controllata la società sportiva Juve Stabia, che milita in serie B.
Si tratta di un settore – ha spiegato Agricola, – che veniva utilizzato “per acquisire consenso tra i minori per formarli a elementi di disvalore”.
Come spiegato dal questore Agricola, tutto è partito il 9 febbraio 2025 quando, durante un controllo, è stato scoperto che una persona ritenuta legata al gruppo malavitoso degli Imparato, si occupava del servizio di sicurezza durante le manifestazioni sportive.
Nella passata stagione agonistica – ha sottolineato il questore di Napoli – sono stati emessi 38 daspo di cui due fuori contesto e ben 22 riguardavano i clan D’Alessandro e il gruppo Imparato”.
Dagli accertamenti è poi emerso che c’erano parecchi settori della Juve Stabia “gravemente inquinati, come appunti la security e il ticketing. C’era anche chi alterava i dati dei soggetti sottoposti a Daspo – ha detto ancora Agricola – per consentire loro di entrare nello stadio. Poi c’era anche una opaca gestione dei biglietti omaggio con i quali si consentiva una folta infiltrazione allo stadio di soggetti legati alla camorra”.
 
Relegato dall’allenatore in panchina il ragazzino, minorenne, decide di rivolgersi al padre, elemento di spicco della camorra locale detenuto al 41 bis, per giocare: figura anche questo allarmante episodio tra quelli elencati nel decreto con il quale la sezione per le misure di prevenzione del tribunale di Napoli ha disposto l’amministrazione giudiziaria per la società calcistica Juve Stabia per presunte infiltrazioni mafiose in numerosi settori dalle ambulanze, al trasporto dei giocatori, dal servizio di sicurezza al beveraggio e non solo.
Il colloquio a cui si fa riferimento è recentissimo, risale allo scorso agosto: il boss dice al figlio minorenne di fare riferimento a un manager della società a cui si sarebbe dovuto presentare dicendogli a chi era figlio.