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Napoli – Guerra a colpi di carte bollate tra i fornelli, dopo il celebre pizzaiolo Gino Sorbillo, al quale il Tribunale di Napoli ha dato ragione riconoscendogli il diritto esclusivo a utilizzare il marchio Sorbillo per il suo brand di locali, anche Salvatore De Riso, in arte Sal De Riso Costa D’Amalfi, arcinoto pasticcere e inventore della torta ricotta e pere sta vivendo una situazione analoga. De Riso ha infatti intentato causa al fratello Alessandro per l’uso del marchio “Sal De Riso Costa D’Amalfi».

«Per 30 anni, partendo da un piccolo laboratorio a Minori e gestendo ora assieme alla moglie Anna uno spazio polifunzionale di circa 250 metri quadrati, ho lavorato per far conoscere una realtà imprenditoriale Made in Amalfi Coast che puntava a valorizzazare le eccellenze agroalimentari della Campania attraverso prodotti artigianali di alta qualità. Sono nato come chef e pasticcere nel 1988 e dopo aver studiato come cuoco e aver lavorato per sette anni nelle cucine dei migliori alberghi della Costiera Amalfitana. Dopo qualche anno ho deciso di commissionare a un grafico di professione, Dario Della Vista, la realizzazione del primo marchio “Salvatore De Riso” con logotipo raffigurante dei gigli fiorentini. Questo marchio era esposto davanti al mio primo laboratorio di pasticceria a Minori, in piazza Cantilena, ma anche sulle scatole dei dolci e, successivamente, all’esterno del bar di mio padre Antonio. Nel 2004, il nuovo marchio “Sal De Riso Costa d’Amalfi”, attualmente utilizzato e registrato a livello internazionale in tutte le categorie merceologiche del settore food».

Tutti i rivenditori di prodotti Sal De Riso devono necessariamente uniformarsi a un rigido protocollo per evitare che una gestione non conforme agli standard qualitativi richiesti possa causare un danno d’immagine. «Come tutti i miei rivenditori autorizzati – spiega il pasticcere – anche il punto vendita di piazza Cantilena a Minori gestito da mio fratello Alessandro esponeva i miei marchi, tuttavia, dopo aver notato che gli standard qualitativi venivano sistematicamente disattesi, come risulta dalle tante segnalazioni, e dopo aver ripetutamente chiesto di mantenere la qualità, ho deciso di interrompere la fornitura dei miei prodotti chiedendo anche la rimozione dei marchi e dei loghi della mia azienda. Mio fratello opponeva, come unica motivazione, la sua posizione di titolare unico del punto vendita, acquisito da nostro padre Antonio con modalità sulle quali è stata chiamata a esprimersi l’autorità giudiziaria».

Il pasticcere intende così tutelare i clienti che «vengono fatti accomodare nell’errata convinzione che di lì a breve degusteranno dolci da me creati».