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La situazione che vivono i giovani a Napoli è simile a quella che si vive in tutte le grandi città e i fenomeni criminali, possono essere fronteggiati potenziando i sistemi di videosorveglianza in città e anche nella provincia. Poi chi teme per la propria privacy vada ad abitare sul Vesuvio o sugli Appennini”. Così il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha risposto a chi gli ha chiesto un commento sugli episodi criminali avvenuti tra Napoli e provincia che hanno visto protagonisti ancora una volta giovani e giovanissimi. “A Napoli, come nelle altre grandi città, i giovani – ha detto ancora Gratteri – girano con le armi e a ogni minima occasione le usano: c’è un decadimento morale ed etico, non ci sono i genitori. Si tratta di giovani che vivono praticamente in strada, alle 10 di sera vedo bimbi di 10-12 anni che girano per le strade di Napoli e non capiscono dove siano i genitori”. Per il procuratore di Napoli quei ragazzini, “tra 4-5 anni non si riuscirà più a tenerli in casa: si tratta di giovanissimi che si nutrono di violenza e che finiranno nelle braccia della camorra”.
In merito alla presenza delle forze dell’ordine in città, Gratteri ha voluto sottolineare che a Napoli è massiccia ma ciononostante “non basta, e nessuno può pretendere che si possa mettere una volante in ogni strada”. L’unica soluzione, per Gratteri, sono le telecamere: “se potessimo installarle anche in tutta la provincia saremmo più al sicuro. La gran parte dei reati viene scoperta grazie alle telecamere e non alla collaborazione dei cittadini. Se è possibile, bisogna aumentarle in città, ma anche in provincia”.
“La Privacy? La sicurezza ha bisogno di questo, se non vuoi essere ripresi allora meglio andarsene ad abitare sul Vesuvio o sull’Appennino, dove non ci sono le telecamere”.