Non può andare a scuola, stare con i compagni e seguire le lezioni perché non c’è nessuno che è in grado di assisterlo e aiutarlo in aula. L’ennesima storia di discriminazione arriva dal Vomero, uno dei quartieri bene di Napoli, dove i genitori di un ragazzino con disabilità si sono sentiti rispondere così dai dirigenti scolastici di un liceo linguistico quando sono andati ad iscriverlo per il nuovo anno scolastico.
“Mi spiace, non possiamo gestirlo” sarebbero state le parole dei vertici dell’istituto secondo quanto raccontato dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani, i legali che hanno raccolto la denuncia dei genitori del ragazzino. “Si tratta – dicono – di un comportamento gravissimo, contrario ai più elementari principi di civiltà e alle norme sull’inclusione scolastica”.
Il ragazzo, spiegano i penalisti, era iscritto già da 3 anni in quella scuola, con regolare frequenza. Anni durante i quali il giovane “ha sempre partecipato con serenità e profitto alle lezioni”. Sentirsi dire ora che la scuola non è in grado di accoglierlo solo perché ha una disabilità è stato, per i genitori e per lo stesso ragazzo, “una violenza morale e un atto discriminatorio inaccettabile nel 2025”.
Anche perché, spiegano ancora Angelo e Sergio Pisani, la famiglia si era anche offerta di pagare un educatore di supporto ma la direzione scolastica “avrebbe rifiutato anche questa proposta, senza alcuna motivazione logica o organizzativa, aggravando la lesione della dignità del minore e dei suoi familiari”.
I legali segnaleranno la vicenda al ministero dell’Istruzione e del merito e all’Ufficio scolastico regionale per la Campania. E sulla questione ha annunciato un intervento anche il presidente della Commissione politiche sociali del comune di Napoli, Massimo Cilenti. “Ho inviato una richiesta formale di chiarimenti agli assessori competenti in merito alla vicenda – sottolinea – È necessario fare piena luce sull’accaduto, verificando la fondatezza dei fatti e le eventuali criticità organizzative o amministrative che possano aver determinato la decisione. È fondamentale garantire il pieno rispetto dei diritti dei minori con disabilità e promuovere una cultura scolastica realmente inclusiva”.
Per Asia Maraucci, presidente de “La battaglia di Andrea”, associazione che da anni si batte per i diritti dei disabili, il diniego si tradurrà “in un danno enorme per la formazione del bambino, per la sua socialità e la sua dignità. Bisogna agire subito e restituirgli il diritto di studiare e crescere come tutti gli altri bimbi”.
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