Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha annullato l’ordinanza del Prefetto di Napoli che prorogava il divieto di stazionamento nelle cosiddette “zone rosse” cittadine. Una misura ispirata dalla direttiva del Ministro Piantedosi di dicembre. Il TAR ha giudicato l’esercizio del potere prefettizio privo dei necessari presupposti, illegittimo e lesivo dei principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale. La sentenza dichiara apertamente che non vi era alcuna emergenza eccezionale, né alcuna motivazione nuova, idonea a giustificare l’uso reiterato di poteri prefettizi straordinari. Un richiamo forte e definitivo alla legalità costituzionale, contro ogni tentativo di trasformare l’eccezione in prassi.
“È una vittoria dello Stato di diritto. Il TAR ha riconosciuto che le ordinanze del Prefetto erano illegittime e violavano principi costituzionali. Dopo mesi di contenzioso, viene sancito un principio fondamentale: il potere straordinario non può diventare regola ordinaria. Il diritto non può piegarsi a logiche di emergenza permanente”. Lo dichiara in una nota congiunta il team legale composto da Andrea Chiappetta e Stella Arena i quali sottolineano come la decisione “ristabilisca il primato della Costituzione sull’arbitrio amministrativo”.
Le associazioni hanno ribadito che il l TAR ha affermato ciò che non avrebbe mai dovuto essere messo in discussione: le libertà personali non si comprimono per ordinanza. Nessuna direttiva ministeriale può derogare, neanche di fatto, ai principi di uguaglianza, legalità, presunzione di innocenza e proporzionalità. È una sentenza che difende la democrazia. Chiara Capretti e Pino De Stasio, consiglieri municipali ricorrenti, parlano di “una bocciatura senza appello per chi ha usato lo stato di emergenza come pretesto per aggirare il confronto democratico e marginalizzare le istituzioni locali. Il TAR restituisce parola al diritto e visibilità ai territori”.
La decisione del Tribunale rappresenta una sconfitta politica diretta per il Ministero dell’Interno e per la sua strategia securitaria fondata sulla stabilizzazione del potere eccezionale, senza limiti né controlli. Il principio di temporaneità è stato svuotato, la motivazione era apodittica. Il potere pubblico si è spinto oltre ogni legittimità. Il diritto vince quando resiste. E oggi ha resistito, riaffermando che la Costituzione non ammette scorciatoie né zone franche.