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Napoli – Operata per un teratoma ovarico, un tumore benigno, la giovane Ilaria, 18 anni, è stata salvata dai medici dell’ospedale Cardarelli di Napoli e dopo un intervento ad alta complessità si è risvegliata dal coma. “Mia figlia è stata letteralmente strappata alla morte, non potrò mai ringraziare abbastanza i medici del Cardarelli che l’hanno curata e gli infermieri che si sono presi cura di lei”. Queste le parole cariche d’emozione di mamma Rosaria.

La diciottenne di Scafati (Salerno) dopo ferragosto si è trovata catapultata in un incubo: prima la perdita di lucidità, poi la difficoltà a camminare e infine il coma. Solo dopo essere arrivata al Cardarelli la diagnosi definitiva, molto complessa vista l’apparente mancanza di una causa. Poco dopo un intervento coraggioso, realizzato con la paziente in coma, ma capace di restituirla ai suoi affetti e ai progetti per il futuro.

Del caso si è occupata una équipe multidisciplinare composta dai capi dipartimento Ciro Florio (Neurologia) e Claudio Santangelo (Ginecologia e Ostetricia), dalla ginecologa Simona Sorrentino, dalla neurologa Giorgia Maniscalco e dall’anestesista Maria Loreto.

“Fino a quando non siamo arrivate al Cardarelli – racconta la madre – per mia figlia non c’è stata una diagnosi definitiva. I medici di Nocera hanno dovuto escludere prima altre cause, si è pensato in primis ad un disturbo della personalità, poi a una meningite. Mia figlia però continuava a peggiorare, alla fine è stato necessario il trasferimento a Napoli”.

Così, il 20 agosto Ilaria viene ricoverata nel reparto di Neurologia diretto da Ciro Florio. Dagli esami già svolti e da nuovi accertamenti si fa strada tra i medici la convinzione che si possa trattare di un teratoma ovarico. “Un tumore benigno – spiega Santangelo, chirurgo che ha poi eseguito l’intervento – a struttura complessa caratterizzato dalla presenza di più tessuti nei quali può essere ravvisata una differenziazione organoide più o meno evoluta. Ad esempio abbozzi di ossa, ghiandole surrenali, denti o strutture nervose e così via”. Semplificando, la conseguenza è stata che il sistema immunitario di Ilaria ha iniziato a combattere il tumore, ma anche cellule sane del tessuto cerebrale.

Per Ilaria una diagnosi molto complessa, avvalorata dalla presenza di quelli che in gergo medico vengono definiti “anticorpi anti Mnda”. “Gli esami svolti nell’ospedale di provenienza – spiega Ciro Florio – ci hanno fornito un’indizio importante per la definizione del caso. La ragazza aveva evidentemente quella che si definisce un’encefalite limbica. Una condizione nella quale gli anticorpi prodotti dal proprio sistema immunitario attaccano i recettori  Nmda che si trovano nel cervello”. Di qui la decisione di procedere con una terapia a base di immunoglobuline, che tuttavia non produce i miglioramenti sperati.  Coraggiosa ma necessaria la scelta di procedere con l’intervento, anche in considerazioni delle delicate e ormai molto compromesse condizioni della giovane donna.

Il 28 agosto la decisione: si deve intervenire. L’intervento è lungo e complesso, ma si chiude con favore.  L’abilità del chirurgo consente di procedere in laparoscopica e nei giorni successivi avviene quello che alla famiglia sembra un miracolo, Ilaria si sveglia dal coma e migliora sempre più. «Dopo averla vista in coma pensavo non ci fosse più speranza – dice mamma Rosaria – invece i medici l’hanno fatta nascere una seconda volta». Dimessa il 18 settembre, Ilaria festeggerà a breve il suo diciannovesimo compleanno. Lo farà assieme agli amici e a quella famiglia che si è stretta al suo fianco nei momenti più difficili.