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Napoli – La commissione Bilancio ha iniziato, con oggi, una sessione di monitoraggio sulle attività di riscossione, un ambito che, come ha precisato la presidente Manuela Mirra in apertura, crea difficoltà al bilancio comunale: vanno valutate le criticità, e approfondite le modalità, per migliorare la riscossione e raggiungere gli obiettivi che il bilancio di previsione recentemente approvato ha fissato. Oggi, la riunione ha innanzitutto affrontato il tema della notifica e della riscossione delle sanzioni amministrative, discutendone con il dirigente che, nell’area Sicurezza, se ne occupa, Gaetano Camarda, e poi della riscossione dei tributi, in particolare della Tassa sui rifiuti, con la responsabile dell’area delle Entrate, Paola Sabadin, che è anche dirigente del servizio Gestione Tari e del servizio Riscossione e contenzioso.

E’ fondamentalmente sul primo argomento, quello della gestione delle sanzioni amministrative, che si è maggiormente appuntata la discussione della commissione affrontando in particolare il tema dei ritardi che si registrano nell’attivazione della notifica dei verbali a casa tramite i messi notificatori; i messi saranno pagati dalla società che nel 2017 si è aggiudicata la gara per la gestione delle sanzioni amministrative (il Raggruppamento Temporaneo di Imprese Leonardo/Finmeccanica e SOES) e sono stati formati e selezionati dal Comune che affiderà loro, nella fase sperimentale,  tra i 400mila e i 500mila verbali.

Molti dei consiglieri intervenuti hanno: evidenziato la necessità di dar vita ad un sistema meno vessatorio nei confronti dei contribuenti, sui quali gravano anche i costi delle notifiche a mezzo posta (Lanzotti di Forza Italia); criticato i tempi troppo lunghi per l’attivazione della notifica tramite messi, un ritardo che si trasforma in un doppio danno per il Comune che continua a pagare le spese di notifica e non riesce comunque ad incassare (Andreozzi di Dema); evidenziato che l’enorme ritardo accumulato, di circa 2 anni dalla liberalizzazione, finisca per avvantaggiare Poste Italiane che rimane l’unico soggetto ad effettuare le notifiche (Buono dei Verdi-Sfasteriati); avanzato l’ipotesi, viste le difficoltà organizzative riscontrate, di affiancare la struttura competente per velocizzare il processo (Sgambati di Agorà).

Il nuovo sistema della gestione delle sanzioni amministrative derivanti dalle violazioni al Codice della Strada, ai regolamenti comunali e alle ordinanze sindacali, ha spiegato il dirigente Camarda, ha sicuramente incrementato il numero delle notifiche (arrivate al 70%) rendendo i procedimenti tutti tracciabili e visionabili, ad esempio, dal momento del verbale elevato dai vigili con il tablet fino alla notifica, che costituisce l’atto finale che spetta al Comune. Proprio la complessità del procedimento di notifica delle sanzioni crea le difficoltà che si stanno, comunque, avviando a soluzione. E’ dalla “perfezione” delle notifiche che dipende la possibilità di ridurre il contenzioso, ancora molto alto (sono 18mila le multe contestate davanti al prefetto e 100mila quelle davanti al Giudice di Pace); ci sono le difficoltà del servizio che, comunque, opera con personale ridotto, ulteriormente decimato dai pensionamenti senza turn over, ma il nuovo sistema darà sicuramente maggiore certezza dei numeri, oltre alla tracciabilità dei procedimenti. Sono 22 i messi notificatori messi a disposizione dalla RTI, formati dal Comune ed esaminati da una apposita commissione, che potranno a breve, 3 o 4 mesi è la previsione, notificare direttamente a casa dei cittadini i verbali: l’obiettivo è di arrivare all’82% di notifiche, un obiettivo che determina, per la RTI, una premialità come fissato nel bando di affidamento. Aumentare le notifiche, comunque, non equivale ad aumentare le riscossioni, ha concluso il dirigente, né ad evitare il ricorso a Poste Italiane, tema sollevato da molti dei consiglieri intervenuti. Resta uno scostamento tra gli accertamenti e le riscossioni, ad esempio, per il 2018, su 127 milioni di accertamenti, gli incassi sono stati 19 milioni, e ciò perché non è detto che un verbale regolarmente notificato venga poi effettivamente pagato dal sanzionato. Quanto al ruolo di Poste Italiane, nonostante nel 2017 il sistema sia stato liberalizzato, Poste Italiane resta ancora, e questo sul piano nazionale, l’unico gestore; anche con il nuovo sistema di notificazione tramite i messi, che in ogni caso partirà a livello sperimentale, e che comunque farà risparmiare i circa 9 euro che aggravano la sanzione per la notifica, per legge, resterà ancora Poste Italiane a dover notificare, fuori Comune, i verbali, e si tratta di circa il 50% del totale delle sanzioni comminate. Non c’è comunque il rischio che la prescrizione, che scatta dopo i 5 anni dalla notifica, faccia perdere risorse al Comune perché una volta avvenuta la notifica, tutte le sanzioni non pagate vengono iscritte a ruolo.

Concludendo questa parte di riunione, la presidente Mirra ha annunciato che la prossima settimana si tornerà sull’argomento invitando anche, come proposto da diversi consiglieri, la RTI incaricata della gestione delle sanzioni amministrative.

Nella seconda parte della riunione, la commissione ha affrontato con la responsabile dell’area delle Entrate, Paola Sabadin, le modalità con le quali il servizio intende affrontare il tema della riscossione che, anche nel caso delle tasse, in particolare per la Tari, mostra ancora uno scostamento sensibile tra gli avvisi di accertamento e le percentuali della riscossione che restano intorno al 60%. Dei 540mila avvisi di accertamento inviati a dicembre, ad esempio, si incasseranno circa 30 milioni, anche se il dato si prevede che aumenti in queste settimane. Anche in quest’area, si pone il tema di aumentare la percentuale delle notifiche: si sta progettando, ad esempio, una convenzione con i messi della Corte d’Appello, per un costo, stabilito per legge, che non si discosta molto da quello sostenuto finora, e che dovrebbe garantire, però, un maggior numero di notifiche. Altri sistemi sperimentati non hanno dato i risultati sperati: la notifica mediante Posta Elettronica Certificata per le imprese, ad esempio, si è scontrata con il fatto che molte PEC della banca dati di Unioncamere, circa il 65%, sono risultate inattive. Con la Camera di Commercio, si sta studiando ora la possibilità di notificare gli avvisi di accertamento, ci sono ancora difficoltà tecniche della camera di Commercio a ricevere massivamente gli avvisi. Attingendo al Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione, infine, si acquisteranno sistemi informatici che consentano, scannerizzando e indicizzando le pratiche, di smaltire le circa 100mila pratiche arretrate e di “ripulire” le banche dati; anche a causa dell’incrocio tra i diversi sistemi che si sono succeduti nel tempo, queste riportano ancora una alta percentuale di errori.