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Gli infermieri campani (e non solo) sono sul piede di guerra. Chiedono giustizia e scrivono direttamente a Vincenzo De Luca, senza risparmiare toni duri, per il riconoscimento del proprio impegno in prima linea nella terribile guerra combattuta dal sistema sanitario italiano contro l’epidemia da Coronavirus.

Una lettera per denunciare “l’ennesima mancanza di coerenza e concretezza nei confronti delle infermiere e degli infermieri a cui abbiamo assistito già in altre regioni”. La sezione della Campania del Movimento Nazionale Infermieri accende la polemica in vista della riunione prevista domani tra il governatore De Luca e le organizzazione sindacale per la distribuzione dei cosiddetti “Premi covid” agli operatori sanitari.

Il problema, denunciano gli infermieri in questa lettera che è stata inviata oltre che a De Luca anche al premier Conte per conoscenza, è la profonda differenza nel trattamento economico e nel riconoscimento del “rischio Covid” affrontato dalle varie categorie degli operatori sanitari. “Cosa si intende – scrivono – per rischio Covid? Come si può mettere in atto una netta distinzione tra Infermieri A e B? E aggiungiamo noi C, ossia i fantasmi, quelli che non compaiono nemmeno, quelli che secondo le scelte di qualcuno erano completamente al sicuro. Ma, in molti casi, si sono contagiati più facilmente rispetto ad altri. Pensiamo agli infermieri di aree denominate No-Covid, ma anche ai liberi professionisti e ai dipendenti privati che hanno continuato la loro attività anche domiciliare rischiando di essere contagiati. Tutti gli infermieri, durante l’emergenza sanitaria, sono venuti a contatto con pazienti Covid, tutti hanno subito lo stesso identico stress lavorativo, continui aggiornamenti delle direttive aziendali, blocco forzato delle ferie, turni di lavoro imprevedibili e paura di rientrare in casa dai propri cari”.

Gli infermieri protestano anche perchè il bonus è considerato per il lavoro dal 10 marzo, giorno del lockdown, mentre “la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale – ricordano – è stata ufficialmente proclamata con delibera del Consiglio dei Ministri il 31 Gennaio 2020″.

Il Movimento aveva già organizzato proteste in diverse piazze italiane a metà giugno. Le richieste sono chiare: “un’attenta e più scrupolosa valutazione della distribuzione dei “Premi Covid” con inclusione di tutti gli Infermieri che hanno lavorato sia nelle aree Covid che non-Covid, dei dipendenti privati e dei liberi professionisti che hanno continuato la loro attività professionale; assegnare il “premio Covid” per l’intero periodo lavorativo considerando l’effettiva durata dell’emergenza e non solo parte di essa; l’inclusione di tutti gli Infermieri che si sono contagiati di Covid durante l’emergenza sanitaria e pertanto impossibilitati al raggiungimento delle presenze richieste; premio Covid non soggetto a tassazione; prolungamento dei contratti con scadenza a breve termine di almeno un anno”.