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Napoli – Cesare Sirignano, sostituto procuratore nazionale antimafia, è intervenuto al convegno organizzato dall’associazione “7 Colonne” nell’aula Unità d’Italia della Corte di Appello di Roma. All’evento hanno preso parte anche l’ex procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, il presidente dell’Osservatorio It e Sicurezza dell’Eurispes, Roberto De Vita e Fabio Iadeluca, sociologo e criminologo.

“La società civile  – dichiara all’Ansa Sirignano deve reagire di fronte allo sfruttamento di ragazzine africane poco più che dodicenni, fatte approdare in Europa e quindi anche in Italia per alimentare il mercato della prostituzione dopo essere state ingannate con false promesse da reclutatori spregiudicati e violentate da carcerieri in Libia. La criminalità mafiosa straniera nel nostro Paese. Quale scenari futuri”. Per il magistrato, si tratta di un “problema di cultura delle libertà personali e di difesa di valori in cui bisogna credere sempre senza distinzione di alcun tipo”.

“In Italia si sta registrando una escalation della criminalità straniera, in particolare albanese e nigeriana, – ha ricordato Sirignano all’Ansa – quest’ultima impegnata in particolare nella tratta di esseri umani, in particolare donne, che alimentano il business della prostituzione e della droga. La Procura nazionale – ha concluso Cesare Sirignano – opera per coordinare importanti indagini su mafie autoctone e straniere, è impegnata in tutte le sue articolazione a svolgere il necessario compito di acquisizione di conoscenze sui numerosi fenomeni criminali per consentire alle procure distrettuali di rafforzare l’azione di contrasto sui territori in cui si sono manifestati. La tratta di esseri umani è uno dei crimini più odiosi con cui bisogna confrontarsi e su cui concentrare le risorse e le competenze del nostro paese per aiutare le persone vulnerabili e individuare e fermare i trafficanti e i criminali”