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NAPOLI – La mattinata nella quale è divenuto di dominio pubblico, grazie allo scoop de La Stampa, il contenuto di un documento degli 007 italiani preoccupati per le interferenze russe sulla crisi politica italiana, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini la trascorre a Napoli, in compagnia di un vecchio amico nonché collega ai tempi del Conte II, Gaetano Manfredi (“ora un grande sindaco”). 
 
E’ venuto per firmare l’accordo che mira a restituire alla fruizione pubblica il molo San Vincenzo.
 
Ma prima o poi, la domanda sul caso del giorno era inevitabile fargliela:
 
Ministro, è preoccupato anche lei delle eventuali interferenze russe sulla crisi politica e ora sulle elezioni italiane?
 
“Ci sono gli organismi parlamentari (il Copasir, ndr) che possono approfondire le notizie di stampa di oggi e io, a tal proposito, non aggiungo parola. Certo, però, il tema complessivo delle ingerenze nei processi elettorali in numerosi Paesi sono oggetto di attenzione e quindi saranno oggetto di attenzione anche qui in Italia”.
 
La seconda domanda che gli si rivolge, invece, è più squisitamente politica.
 
Tra il metodo-Letta che (ad oggi) apre le porte di una alleanza elettorale tra il Pd e Renzi e non a Conte col suo Movimento 5 Stelle e il metodo-Manfredi che mette, invece, tutti dentro per cercare di battere il centrodestra, quale preferisce?
 
“Come Pd, stiamo affrontando le elezioni in base alla relazione del segretario Letta che è stata approvata all’unanimità in direzione nazionale. E’ una relazione che ha punti precisi e prevede la costruzione di una coalizione senza veti, per lavorare assieme. Certamente, però, ciò che è successo in occasione della fine del Governo Draghi ha delle responsabilità e con chi ha queste responsabilità noi non possiamo essere alleati alle prossime elezioni politiche”.