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Napoli – “Sono in un vortice”. Lo dice col sorriso Giordana Mobilio. Poche ore fa la comunicazione ufficiale: sarà lei la capolista Pd alle prossime regionali. “Appena me l’hanno proposto – racconta ad Anteprima24 ho sentito gioia, ma anche un gran senso di responsabilità. Ne ho parlato col mio compagno, i genitori e il datore di lavoro. Mi sono presa un giorno per pensarci, poi ho deciso”.

Quarantatre anni, conosciuta più che altro (se non solo) per il suo cognome: è la figlia dell’ex sindaco di Pozzuoli, Aldo Mobilio. E proprio l’attuale primo cittadino di Pozzuoli, Enzo Figliolia e di Portici, Vincenzo Cuomo – entrambi fedelissimi di Vincenzo De Luca – hanno lavorato e lavoreranno per sostenerla.  

Perché Lei?

“Si cercava un nome che potesse unire tutte le anime del partito. E qui a Pozzuoli il Pd ha avuto un’affermazione plebiscitaria”.

Prima volta candidata, ha mai fatto politica?

“Non nel partito. Mi sono occupata di fondi strutturali sul territorio, ho lavorato nel Formez e faccio cori di formazione professionale. Ho  realizzato il festival A corto di donne che ha portato  qui registe di cortometraggi e sono stata tra le fondatrici della libreria Iocisto al Vomero”.

Ma soprattutto è figlia d’arte.

“Su questa scelta molto ha influito sicuramente il mio cognome, conosciuto nella sinistra a Napoli e in provincia. Mio padre è stato sindaco dal ’93 al ‘97, mio nonno Benedetto Mobilio era in prima linea nel partito comunista: la sezione del partito comunista Leopardi a Fuorigrotta porta il suo nome. E mio zio Lorenzo Mobilio è stato presidente dell’allora circoscrizione Fuorigrotta. A tavola e durante le feste sono cresciuta coi discorsi di politica”.

Candidata perché figlia di, altro che innovazione nella lista Pd: qualcuno potrebbe pensarlo.

“Se dovessi tenere conto di tutto quello che pensa la gente mi dovrei chiudere in casa. Sì sono la figlia di, ma nella vita e nel lavoro sono andata avanti senza l’appoggio di nessuno”.

Lei è iscritta al Pd?

“No. Lo ero fino a 3-4 anni fa, ma poi ho deciso di non rinnovare più la tessera”.

Perché?

“Perché mi ero stancata. Non ero d’accordo con quello che veniva proposto e sulla gestione del partito. Ma ho sempre continuato a votare Pd”.

Ora è capolista del Pd. Cosa porterà di diverso nel partito?

“Sicuramente l’ascolto, soprattutto dei più giovani. Perché un partito ritrovi il rapporto con il territorio deve essere rappresentato, a mio avviso, da interlocutori politici che sono vicini a certe tematiche. La cui vita non è in contrasto netto con quello di cui parlano. Personalmente ho sempre lavorato, so cosa significa il precariato. Ed ho vissuto una separazione, so bene anche cosa significa crescere un figlio da sola e l’assenza di Welfare”.

Trasformisti nelle liste di De Luca, ultima Flora Beneduce direttamente da Fi. La imbarazzano?

“Non bisogna chiederlo a me. Per quanto mi riguarda vado avanti per la mia strada, con la mia coerenza”.