- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Napoli – Dietro ogni grossa azienda c’è un invisibile che non è tutelato. Se l’hanno fatto a noi, con tre sindacati alle spalle, immaginate cosa faranno a chi non ha nessuno”. Parte dalla periferia orientale di Napoli, con le parole di Luciano Doria, operaio Whirlpool da oltre 30 anni, la prima tappa degli “Invisibili in Movimento”.

L’obiettivo del progetto politico si pone così la questione di “rimettere il lavoro al centro, far sì che il lavoro non sia una forma di deprivazione”.

“Andremo a bussare alle porte del palazzo, perché il palazzo è un luogo da salvaguardare, è lì che la Costituzione viene assunta. Il problema non è il palazzo ma quello che succede dentro”.

Così il sindacalista Aboubakar Soumahoro dal Cral della fabbrica Whirlpool di Napoli Est lancia l’ambizioso progetto per federare tutte quelle realtà lavorative ed umane per anni lasciate abbandonate a se stesse sotto l’ombra del precariato e dell’invisibilità.

Le stesse che oggi, forse paradossalmente anche grazie alla pandemia, riemergono così “dal fango delle terre in cui lavorano” per ripotare, alla politica, la vera realtà che si vive nelle città e in special modo nelle periferie dell’intero stivale.

Nella fabbrica di via Argine c’è il grido di lotta di un intero Paese, uomini e donne abbandonati dalla politica che oggi li ha privati del loro futuro, ma per fortuna non della loro voce, rimasta inascoltata per anni ed anni. Una voce che ora si unisce alle tante voci dello Stivale ed inizia a far tremare anche quelle storiche barriere alzate alle parti sociali dal “Palazzo”.

Dal mondo degli invisibili – racconta Soumahoro – vogliamo lanciare da oggi il quarto stato del mondo digitale e post digitale, una comunità di invisibili in movimento, una comunità politica. Una politica alta – continua – e non quella che abbiamo visto in questi giorni, Vogliamo essere protagonisti della scrittura di una nuova storia per il futuro dei nostri figli e delle future generazioni”.

Una storia che ora è solo all’inizio ma che parte da lotte lunghe anni. Battaglie portate avanti, nel silenzio e nell’indifferenza di molti, ancor prima dello scoppio della pandemia da coronavirus. La stessa che oggi ha scoperchiato tutte le ambiguità sui luoghi di lavoro che si registrano quotidianamente all’intero del Paese, quello decisamente reale dispetto alla versione narrata tra gli anfratti delle istituzioni romane.

Difatti questo “Movimento”, lanciato dal leader della Lega dei Braccianti, non poteva scegliere luogo migliore per la sua partenza. Gli operai di Ponticelli della Whirlpool, lasciati soli lo scorso 31 ottobre quando la multinazionale statunitense ha blindato i cancelli della fabbrica di lavatrici, rappresentano – ed hanno rappresentato negli ultimi due anni – al meglio L’Italia che resiste.

Prima dando voce ad una periferia, come quella di Napoli Est, già quasi del tutto rassegnata a se stessa, e poi anche a tutto il resto del Paese, con numerosi gesti di solidarietà “verso gli ultimi”. Gli stessi che oggi si levano nuovamente il cappello davanti a questi lavoratori, mai arresi nonostante portassero addosso alle proprie tute di lavoro “tutta l’ingiustizia del mondo”.

Così al primo evento degli Invisibili in Movimento nel Cral di Via Argine torna ad alzare la voce l’intero “Paese Reale”, quello di uomini e donne dimenticate dai “giochi di palazzo degli ultimi anni”,  non ultimo quello mosso dall’attuale leader di Italia Viva, Matteo Renzi.

Ancora una volta, dopo la presentazione del calendario “Sulla nostra pelle”, alla Whirlpool di Napoli torna a “gridare” tutto il bel Paese. 

Dalle parti sociali fino alle associazioni di ogni tipo, passando per rider, braccianti, avvocati, musicisti ed attori di tutto lo scenario nazionale e locale.  Sono numerosissimi gli interventi che si alternano sul palco napoletano. Tutti ascoltati attentamente da Aboubakar Soumahoro che li abbraccia, solo simbolicamente, rimanendo al financo di ogni interventista che parla dal leggio del Cral dove al sua fianco i lavoratori di Napoli Est hanno portato una loro lavatrice, ovvero il frutto della loro fatica e del loro sudore lasciato per anni in quella fabbrica di quell’azienda Usa che oggi li vuole abbandonare, contro ogni logica umana ed economica – dopo 13 tavoli al Mise la Whirlpool ancora non porta i numeri delle “perdite” del sito partenopeo.

Un evento ricco di emozioni che fa così da apripista alle altre marce che gli “Invisibili in Movimento” porteranno nelle piazze italiane dei prossimi mesi. “Continueremo – chiarisce Soumahoro – a farci sentire, sicuramente con un evento il prossimo primo Maggio, ma prima di questo – promette – ci saranno altre tappe per continuare a federare tutte le realtà del mondo del lavoro rimaste senza voce, lo dobbiamo ai giovani”.