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Redazione Politica 

Ira Fele, imprenditrice, moglie del coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia a Napoli, il deputato Michele Schiano. Si moltiplicano le voci su una sua candidatura alle regionali: conferma?

Confermo di aver dato la mia disponibilità, dopo una lunga e approfondita riflessione ho capito che è il momento giusto per tornare nuovamente in campo in prima persona e mettere le mie competenze professionali e del mondo del lavoro al servizio della mia Regione. Da donna, poi, l’esempio di Giorgia Meloni, che si sta dimostrando una delle più capaci leader del mondo, mi spinge a impegnarmi”.

Accuseranno lei e suo marito di familismo…

Rispondo riprendendo umilmente quanto ha affermato Giorgia Meloni a proposito della carriera politica della sorella Arianna: <Mia sorella è da 30 anni militante di Fdi, forse la dovevo mettere in una partecipata statale come fanno gli altri? l’ho messa a lavorare nel mio partito.> Se dovessi candidarmi alla Regione, ricordiamolo sempre, dovrei raccogliere le preferenze: sarebbero i cittadini, gli elettori, a pronunciarsi. Non sarebbe certo la mia una posizione blindata”.

Del resto la politica è sempre stata parte della sua vita, giusto?

Ho conosciuto Michele durante una campagna elettorale nel 1993, eravamo entrambi candidati al consiglio comunale, la scintilla è scoppiata un anno dopo.

Nel 2018 sono stata candidata per il centrodestra alle politiche, per il collegio uninominale di Giugliano. Ho preso più del doppio dei voti del candidato di centrosinistra, ma l’esponente del M5s, come accaduto in tutto il sud Italia, è volato oltre ogni aspettativa. E’ stata una esperienza entusiasmante, al di là del risultato. La politica è una passione che ho ereditato dalla mia famiglia. Il fratello di mia nonna è stato sindaco del Comune di Giugliano, più volte deputato e sottosegretario alla Previdenza sociale. Il senso delle istituzioni è nel mio Dna. Più volte mi hanno proposto di candidarmi a sindaco ma ho preferito dedicarmi alla mia attività imprenditoriale senza però mai tralasciare il mio impegno politico. Condividere la stessa passione non è familismo”.  

Così come l’attività imprenditoriale e di consulenza che svolge con passione…

“Anche questa è nel mio Dna, mio padre era un imprenditore edile. Mi piace ricordarlo come un artista perché per lui in edilizia nulla era impossibile, tutto si poteva creare  Mi sono sempre occupata di edilizia sin da piccola: modellare, costruire, recuperare sono le cose che più mi attraggono, tanto che questa passione mi ha spinto anche a laurearmi in ingegneria civile, infatti discuterò la tesi tra pochissimo”.

Politica e edilizia, due passioni non comuni…

Io credo che politica ed edilizia siamo molto simili tra loro. In entrambi i casi bisogna definire obiettivi di medio e lungo periodo, gestire risorse, affrontare la concorrenza e misurare i risultati tutto questo con grande capacità di comunicazione e soprattutto essere in grado di motivare la  parte attiva del processo. Non a caso dopo la contabilità che mi impegnava in azienda essendo io laureata in economia, e quindi a me l’arduo compito di far quadrare i conti, la cosa che più amo di questa attività è il cantiere: confrontarmi con le maestranze, ascoltare le problematiche e avere il coraggio di prendere decisioni immediate a volte non condivise pur di portare a casa il risultato prefissato. Tutto questo non ha prezzo, penso che il lavoro sia l’unica arma vincente che ti porta al successo. Io non potrei ma stare dietro una scrivania”.

Il ruolo di suo marito non la rende incompatibile con una candidatura?

E perché mai? Abbiamo decine di esempi di mogli, compagne, figlie di esponenti di partito sia di destra che di sinistra che intraprendono l’attività politica o occupano posizioni apicali nelle istituzioni e svolgono la loro funzione con onore, disciplina e competenza. Le persone si giudicano dal loro valore, dalla loro onestà, dal senso del dovere e dalle capacità, e dal merito che avranno saputo dimostrare, e non dall’appartenenza a questo o quel nucleo familiare. Soprattutto in una competizione elettorale che si svolge con il metodo delle preferenze, poi, come ripeto, questo discorso non vale nulla: perché sono  i cittadini a decidere se un candidato merita di essere votato e quindi eletto. Non si tratta di una nomina, è molto diverso”.

Faccio ancora l’avvocato del diavolo : qualcuno potrebbe storcere il naso nel caso in cui lei fosse eletta, ci sarebbero due stipendi delle istituzioni in famiglia. Cosa risponderebbe?

Michele e io abbiamo in comune questa caratteristica: nessuno ci ha regalato niente. Abbiamo sempre lavorato e lavoriamo, Michele è un dirigente medico e viene da una famiglia di imprenditori nel campo della ristorazione si è guadagnato la fiducia delle persone mettendosi al loro servizio, e queste sono quelle stesse persone che nelle tornate elettorali a preferenze che lo hanno visto protagonista lo hanno sempre scelto.

Noi non ci siamo mai montati la testa, non abbiamo mai dimenticato le nostre origini, abbiamo voluto mantenere aperta la nostra segreteria politica nel nostro comune di origine per non dare la percezione del distacco, il palazzo non ha mai creato e mai creerà le distanze. Siamo e resteremo sempre per tutti Ira e Michele, perché per noi le persone valgono in quanto tali e non mai per la posizione che esse occupano”.

Qualcuno potrebbe criticarvi dicendo: due stipendi dalla politica…

Non abbiamo certo bisogno degli stipendi della politica anzi: se pensassi all’aspetto economico continuerei a fare l’imprenditrice a tempo pieno.  Abbiamo sempre inteso la politica non come potere ma come servizio per il cittadino, non a caso la nostra segreteria è aperta al pubblico tutti i giorni e non solo nei momenti elettorali. Se sto pensando di candidarmi è solo e soltanto perché penso di avere competenze, di aver acquisito la maturità giusta, ho una grande passione per tutto ciò che è sociale e credo di poter veramente dare il mio contributo alla crescita della mia terra, della mia Campania”. 

Una curiosità: ma lei e suo marito siete sempre d’accordo riguardo ai temi politici?

Beh sinceramente no, non sempre. Spesso ci confrontiamo, discutiamo, su alcuni argomenti abbiamo punti di vista diversi ma per noi questa è una ricchezza. Noi siamo squadra prima di essere coppia”.