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Napoli – Come fanno a fare fuoco senza essere riconosciuti? I killer della camorra com’è che riescono nella maggior parte dei casi a non essere intercettati in tempo oppure ad entrare in bunker della camorra senza essere intercettati o intravisti? Semplicemente (e si fa per dire) travestendosi da donna, da donne che all’apparenza appaiono assolutamente insospettabili. Questo fino a quando non impugnano una pistola e fanno fuoco. Ieri i Carabinieri hanno messo a segno un colpo importante perché hanno sequestrato tutto il kit che sarebbe servito, con estrema probabilità, a mettere a segno un colpo o forse, addirittura, un omicidio. Le indagini sono in corso serrate perché cercheranno ad individuare i “proprietari” di quei kit del terrore. Per ora non ci sono elementi utili se non la circostanza che il sequestro è arrivato in una zona che è al centro di enormi tensioni “strutturali” dovuti in primis agli arresti, poi al pentimento dei capi clan. Non a caso nella zona ci sono state tante tensioni dovute ai riassetti criminali. Sta di fatto che ieri, in via Cupa Cesarea, nel cuore di Miano, zona nord di Napoli, in una cassetta Telecom le forse dell’ordine sono riuscite a trovare ciò che cercavano. I carabinieri della stazione di Secondigliano sono riusciti infatti a trovare il kit del terrore. Nella cassetta c’erano un revolver con matricola abrasa, perfettamente funzionante. Poi c’erano ventuno cartucce per kalashnikov avvolte in un asciugamano. C’erano ancora dei guanti in pile, una parrucca da donna e un calzino. Poi di lato c’erano anche otto stecchette di hashish. Tutto è stato sequestrato e l’informativa redatta dai militari è più che chiara. Quell’insieme di oggetti erano l’occorrente per mettere a segno o una rapina oppure un omicidio.