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NAPOLI – “Manfredi ha una cosa che può fare solamente adesso, forte del grande risultato elettorale che ha appena ottenuto: dare vita a una giunta davvero di qualità, con scelte chiare e innovative. Deve dire ora ‘fuori tutti, faccio io la giunta’, altrimenti è perduto”. A dichiararlo è stato oggi Umberto Ranieri, nel corso della presentazione del suo ultimo libro, “Napoli e i suoi dilemmi”, nella sede della Fondazione Premio Napoli. 

“Se, al contrario, il sindaco eletto decide di andare appresso a liste e listarelle, non andrà lontano: se va in questa direzione, è già perduto”, ha spiegato il presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa, già sottosegretario agli Esteri nonchè presidente della Commissione esteri della Camera dei Deputati. 

Assieme al direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo D’Errico, il magistrato nonchè esponente del gruppo dei Ri-Costituenti Alfredo Guardiano e agli storici Paolo Frascani e Paolo Macry, Ranieri ha spiegato, tra l’altro, da dove ha preso le mosse per scrivere “Napoli e i suoi dilemmi”: “Per cercare una risposta al perchè il processo di modernizzazione della città sia rimasto sempre incompiuto, senza andare avanti. Questo, sebbene le leggi speciali che hanno garantito fondi ulteriori a Napoli non siano mai mancate”.

Dal caso Bagnoli (“abbiamo spento l’ultimo altoforno nel 1992 e non sappiamo ancora a che punto sia la bonifica”) all’emergenza rifiuti (“che non si è potuta fronteggiare per mancanza di impianti”), è venuta alla ribalta la città “dell’immobilismo” con “una politica debole, una imprenditoria niente affatto audace in attesa della mano pubblica, e di un ceto intellettuale rissosissimo: basti pensare alle vicende legate allo sviluppo urbanistico della città”.

“Perchè altrove, perchè altre città hanno trovato una via per svilupparsi e noi no? Ecco, se non si risponde a questa domanda – è stata la profezia di Ranierinon ce la farà nemmeno il sindaco Manfredi”.