- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

NAPOLI – Tre indizi fanno una prova. E per comprendere che Mara Carfagna sia sempre più lontana da Forza Italia, sono i seguenti.

Primo indizio: per il rinnovo della Provincia di Avellino, un suo fedelissimo, tant’è che è consulente presso il Ministero per il Sud, l’ex sindaco di Ariano Irpino Domenico Gambacorta si è schierato nell’area demitiana, la parte avversa ai berlusconiani. A tal proposito, nelle chat azzurre di queste ultime ore, più che gli auguri di Natale, si condivide una foto (che pubblichiamo in basso) che testimonia la presenza di Gambacorta a un incontro con Ciriaco De Mita.

Secondo indizio: l’avvocato amministrativista e già presidente del Consorzio Asi Napoli Giosy Romano è fresco di nomina a commissario di governo della Zes (Zona economica speciale) Campania. E’ stato nominato con decreto del presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi. Ma su proposta della ministra Carfagna d’intesa con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Romano va a ricoprire un posto chiave. Tant’è che, lo scorso mese, la stessa Carfagna lo spiegava con queste parole: “Abbiamo previsto un rafforzamento dei poteri del commissario, ci siamo occupati di identificare e definire le linee di finanziamento e i progetti da finanziare, poi ci siamo occupati della riforma per inserire tutto all’interno del Pnrr. Adesso è imminente la nomina di alcuni commissari. Credo che il primo che verrà nominato sarà proprio il commissario della Zes campana. Penso che questa sia una buona notizia anche alla luce degli enormi poteri di cui è stato dotato”.

Sta di fatto che gli “enormi poteri” vanno a un uomo molto più vicino a De Luca che a Berlusconi. Tant’è che è stato il leader di una delle liste elettorali del Governatore che lo scorso anno gli fecero riconquistare Palazzo Santa Lucia in quota centrosinistra: “Fare Democratico”. 

Terzo indizio: al gran ballo per il Quirinale, dalla Carfagna non è arrivato alcun ammiccamento per la candidatura di Berlusconi a presidente della Repubblica. Un gelo che non sta passando inosservato nel resto di Forza Italia, a tutti i livelli. Anche perchè le voci che vogliono la ministra per il Sud in una nuova formazione centrista con Toti, Renzi, magari Calenda, non si sono mai del tutto fermate. Anzi, stanno riprendendo vigore proprio in vista dell’elezione del nuovo Capo dello Stato. 

Tre indizi fanno una prova. E, per qualcuno, un nuovo partito.