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Napoli – Si terrà domani, nel carcere romano di Rebibbia, l’udienza di convalida del decreto di fermo emesso dalla Procura di Napoli (sostituti procuratori Giuseppina Loreto, Celeste Carrano e Antonella Serio) nei confronti di Maria Licciardi, “lady camorra”, bloccata dai carabinieri del Ros all’alba di ieri nell’aeroporto di Ciampino dal quale stava per partire alla volta di Malaga, in Spagna.
In questa occasione il boss del clan Licciardi non sarà difesa dall’avvocato Dario Vannetiello che riuscì ad ottenere dal Tribunale del Riesame l’11 luglio del 2019 l’annullamento di una misura cautelare emessa nei suoi confronti nell’ambito di un blitz della DDA che riguardò ben 126 persone, raggiunte da provvedimenti del giudice e oltre 200 indagati.
Raggiunto dall’Ansa, l’avvocato Dario Vannetiello ha spiegato che “Maria Licciardi non potrà per ora avvalersi, né in sede di interrogatorio di convalida, nè in sede di eventuale giudizio innanzi al Tribunale del riesame, del mio aiuto, avendo oramai da due anni, deciso di assumere nuovi incarichi professionali solo innanzi alla Suprema Corte di Cassazione”.

Maria Licciardi, la boss a capo dell’omonimo clan di Secondigliano, fermata ieri dal Ros nell’aeroporto romano di Ciampino mentre si accingeva a partire per la Spagna, avrebbe fornito sostegno elettorale a un politico candidato alle ultime elezioni regionali in Campania del 24 e 25 settembre 2020. Ad ipotizzarlo sono gli inquirenti del ROS e della DDA di Napoli sulla base di una recentissima intercettazione.
E’ arrivato a 2100… però in tutta la Campania… 2100 voti” dice un uomo ritenuto legato al clan Mallardo, fedele alleato dei Licciardi, nel corso di un incontro svoltosi il 29 giugno nell’abitazione della boss. “Lady camorra” l’aveva convocato, insieme con suo fratello, per chiedergli spiegazioni: l’esponente dei Mallardo infatti aveva contattato poco prima il politico senza l’assenso preventivo di Maria Licciardi, che invece viene informata direttamente dall’ex candidato.
Dal colloquio si evince che l’uomo del clan alleato, proprio su richiesta di “lady camorra”, in occasione delle ultime regionali, aveva fornito il suo apporto al politico che però non era riuscito ad essere eletto. E di questo la Licciardi è amareggiata. L’interlocutore prova a giustificarsi: “…qualcosa gliel’ho fatto prendere laggiù… mi sono impegnato… mò a prescindere che non è salito (non è stato eletto, ndr)…
Maria Licciardi: “No! Ci volevano 2500… e loro non sono arrivati nemmeno a … erano 900″.
Quanto al recente contatto con il politico, l’esponente del clan Mallardo spiega alla boss che era suo intento avvisarlo affinché non avesse nulla a che fare con un imprenditore di Castel Volturno, dell’Ecoparco del Mediterraneo (oasi naturale, tra i più grandi parchi a vocazione turistico-sportiva in Italia esteso su 60 ettari, ndr) ritenuto legato alla fazione Schiavone del clan dei Casalesi.

La compagna della nipote si appropria di 450mila euro e lei, Maria Licciardi, lady camorra, mostra tutta la sua risolutezza prima accoltellandola, due volte, e poi costringendola a lasciare Napoli dopo la restituzione del denaro. Una vicenda familiare che Maria Licciardi (fermata ieri dai carabinieri del Ros nell’aeroporto di Ciampino poco prima che lasciasse l’Italia alla volta della Spagna), decide di affrontare con piglio e ancora una volta in prima persona, senza esitare.
Secondo quanto emerge dalle intercettazioni che gli investigatori registrano a partire dal 15 marzo scorso grazie alle “cimici” sistemate nella sua abitazione, zia Maria viene chiamata dal nipote (figlio di un fratello detenuto al 41bis) a dirimere una vicenda familiare piuttosto scabrosa: la compagna di sua sorella, figlia di un esponente di spicco del clan Contini (anch’esso componente dell’Alleanza di Secondigliano) assassinato in un agguato, approfittando della sua relazione sentimentale si è appropriata di ben 450mila euro ricavati dalla vendita di una villa di famiglia a Peschiera del Garda (Brescia). Il giovane, adirato, propone di vendicare l’affronto sfregiandole il viso ma zia Maria glielo impedisce.
Il 24 aprile scorso, secondo le attività di intercettazione dei carabinieri del ROS, coordinate dalla DDA, Maria Licciardi si fa accompagnare a casa della fidanzata della nipote: prima la accoltella a una gamba e a un braccio, e poi la minaccia, pesantemente (“…attacco i nipoti tuoi dietro alla macchina e ti faccio piangere senza mazzate…”), per costringerla a riconsegnare l’ingente somma. Non solo. Dopo la restituzione del denaro, che dovrà avvenire entro il termine di due mesi, la ragazza deve lasciare Napoli definitivamente. Altrimenti la punizione sarà inevitabile.