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Napoli – Dopo mesi di tira e molla, la Whirlpool saluta Napoli e annuncia la cessione del sito di via Argine a Ponticelli. Nel corso dell’incontro di oggi  al Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del Sottosegretario Alessandra Todde e del Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial, l’azienda statunitense ha comunicato alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni presenti la decisione di trasferire il ramo d’azienda alla società svizzera Passive Refrigeration Solutions S.A. (PRS), attiva nel campo della produzione e vendita di sistemi di refrigerazione passiva, che garantirà nuova vita allo stabilimento di Napoli e ai suoi 410 dipendenti. L’atto di cessione del ramo d’azienda sarà perfezionato entro il 31 ottobre 2019 e avrà efficacia a decorrere dal 1 novembre 2019.

In una lunga nota, la Whirpool spiega i motivi della cessione: “A seguito di attente valutazioni, condivise nel corso del confronto continuo con le parti, iniziato dallo scorso maggio, il trasferimento del ramo d’azienda rappresenta l’unico modo per tutelare la massima occupazione a Napoli e offrire un futuro sostenibile di lungo termine allo stabilimento che, in alternativa, avrebbe cessato ogni attività produttiva. L’operatore individuato per realizzare la nuova missione del sito è PRS una società leader nel settore della termodinamica finalizzata alla conservazione e al trasporto intermodale di prodotti deperibili, che ha sviluppato un brevetto unico nel campo dei container refrigerati. PRS ha elaborato un progetto di riconversione che individua nello stabilimento di Napoli una struttura idonea alla produzione di sistemi di refrigerazione passiva. La nuova missione sarà in grado di mantenere gli attuali livelli occupazionali”.

Whirlpool  sottolinea che “sin da ora è impegnata a sostenere un costo significativo dell’operazione di vendita, quantificabile in 20 milioni di euro, per la nuova missione del sito di Napoli, che garantirà, per tutti i lavoratori, i diritti acquisiti, le tutele reali e il livello retributivo corrente”. La cessione è dovuta al £drastico declino della domanda di lavatrici di alta gamma a livello internazionale e il conseguente calo della produzione” che “hanno portato lo stabilimento di Napoli ad operare al di sotto del 30% della propria capacità produttiva, determinando così una situazione non più sostenibile per l’Azienda e per i propri dipendenti”.

“Tali condizioni, non previste né in alcun modo prevedibili al momento della sottoscrizione del Piano Industriale del 25 ottobre 2018, sono imputabili in particolare a un contesto macro economico generale di crisi che ha investito in particolar modo alcuni dei mercati più rilevanti tra cui Stati Uniti d’America, India, Argentina e i principali in ambito EMEA. Nonostante gli ingenti investimenti realizzati negli ultimi 10 anni per circa 100 milioni di Euro e le strategie commerciali messe in atto, dal 2009 ad oggi i volumi di produzione del sito si sono ridotti da circa 700.000 a circa 250.000 pezzi annui con un calo delle vendite nel primo semestre del 2019 pari al 36% a livello di export internazionale e del 19% nella sola area EMEA”.

Nonostante i tentativi avvenuti negli ultimi mesi da parte del Governo, nella speranza di trovare nuove soluzioni allo stato di crisi, “inclusa la possibilità di nuovi e ulteriori investimenti nel settore Premium e la possibilità di trasferire la produzione di lavatrici dall’Est Europa o dalla Cina”, Whirpool dopo una approfondita valutazione economica “non ha ritenuto nessuna di queste opzioni idonea a rendere sostenibile l’impianto nel lungo periodo”.