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NAPOLI – Se il 4 ottobre 2021 è nata con la vittoria elettorale e il 29 marzo 2022 è nata la seconda volta con la firma del Patto per Napoli con Mario Draghi, l’amministrazione di Gaetano Manfredi dovrà segnare in rosso anche la data di oggi perchè è approdato in aula consiliare il primo bilancio a sua firma.

Nei primi 9 mesi – ha ricapitolato Pier Paolo Baretta, l’assessore al bilancio nonchè l’uomo del Patto per Napoli che ha assicurato 1 miliardo e 231 milioni di euro a fondo perduto fino al 2042 buoni per non fallire – abbiamo affrontato l’emergenza drammatica che abbiamo ereditato. Un quadro grave, quello da cui siamo partiti. Che il Patto per Napoli – ha avvertito l’uomo dei conti – ha solo alleviato: non risolto”.

Di sicuro, in ogni caso, resta il fatto che il Patto ha “evitato il dissesto”.

E ora, quindi, ha annunciato Baretta, “sono tre i piani su cui ci si muoverà. Negli obiettivi strategici contenuti nel Documento Unico di Programmazione vi è il profilo della città che vogliamo: una città sostenibile, europea, moderna, funzionale, sicura e accogliente per chi la vive e per chi la visita per turismo o per lavoro”.

“Quello che proponiamo – ha sottolineato il rappresentante della giunta Manfredi – è di assumere l’arco temporale del triennio 2022 – 2024 come quello nel quale si misurerà il cambiamento, soprattutto in relazione ai tre grandi temi strategici che pesano su Napoli: la sicurezza, il decoro urbano e la mobilità”. 

Per avviare l’operazione, l’assessore Baretta ha ribadito in aula la scommessa delle scommesse: almeno per il primo di questi anni, il 2022, non ci sarà alcun aumento delle tasse.