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Dopo la promulgazione da parte del presidente della Repubblica della nuova legge elettorale, politici e politicanti iniziano a dispensare giudizi sul Rosatellum. Non è esente Vincenzo De Luca che intervistato ai microfoni di Lira Tv parla di “tragedia”.  “Non mi piace assolutamente – dice lo “scriffo” – perché dopo il voto si aprirà una trattativa, ma non si saprà nemmeno se ci sono i numeri per una maggioranza”.

“Il problema – continua – è avere un sistema che consenta di governare, di sapere dopo il voto chi è il vincitore che si assume la responsabilità di governare. Con il sistema di oggi – ha sottolineato – dopo le elezioni non sapremo cosa succederà in Italia, chi governerà il Paese, una tragedia. Il referendum costituzionale è stato perso per errori del Pd, di Renzi, come egli stesso ha ammesso. La discussione sulle riforme andava impostata in maniera seria: una sola Camera, un Senato rivisitato, semplificazione estrema delle istituzioni e certezza di avere un governo dopo le urne”.

“Abbiamo fatto un passo indietro di dieci anni – ha concluso – nei prossimi mesi, dopo il voto di marzo, l’Italia va verso un calvario”. Intanto, però, tra qualche giorno la regione Sicilia va alle urne e sul territorio isolano si gioca una battaglia che vede protagonisti i 5 stelle dei quali il presidente De Luca non ha una bella opinione:  “Luigi Di Maio si è ritrovato, miracolato, a fare il vicepresidente della Camera, a far parte della casta e parla contro la casta. Un chierichetto senza arte né parte, che non ha mai lavorato. Non smetterò di ripetere che Luigino guadagna 13.500 euro netti al mese – ha affermato – e, come lui ha certificato, 100mila euro di spese”.