- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Un fenomeno senza volto e senza nome. Anzi, un nome ce l’ha ma è semplicemente “Liberato“, il cantante che si è esibito il 9 maggio scorso in piazza Diaz. Il rapper, come mostrato in un video girato a livello nazionale e filmato da Salvatore Mascolino, ha raggiunto il palco con un’imbarcazione e da questo elemento cominciano le peculiarità per cercare di carpirne l’identità. A bordo della nave erano presenti sei persone ma se durante il concerto solo tre si sono esibite. Sia all’andata che al ritorno, inoltre, Liberato ha percorso la via navale che porta a Nisida. Nisida è un’isola che fa parte dell’arcipelago flegreo, nota soprattutto per la presenza del carcere minorile maschile. Un fatto che ha favorito la nascita della credenza che Liberato sia “ospite” dell’istituto e che canti perché inserito in un programma di rieducazione. Una supposizione confermata dal fatto che Liberato è stato fermato da un’imbarcazione della polizia poco prima dell’arrivo in piazza Diaz, venendo scortato da tre anonimi. Le similitudini con Nisida non sono tuttavia finite. In ogni canzone, Liberato cita luoghi visibili solo dalla stessa Nisida. Un gesto in particolare ci ha colpiti: prima delle canzoni, in ogni video del rapper si avverte il suono di una sirena, molto simile a quella che si sente in caso di evasione. Liberato si rifugia nell’anonimato perché detenuto? I testi delle canzoni ne farebbero intendere condizione e provenienza. Come si può evincere in “Tu te scurdat e me”, il rapper cita più volte Nisida e i suoi luoghi. Lo fa quando dice “Car ngopp o golf na stell”, di fatti il porto di Napoli è visibile di notte dalla sola cittadina penitenziaria. Altro possibile riferimento nella frase “C stann e fuoc abbasc forcell”, in cui Forcella è l’unico quartiere visibile solo da Nisida. L’isola stessa ha una forma di rosa che appare come simbolo negli album del cantante. Tale condizione, sembrerebbe dimostrare come Liberato veda il mondo da un carcere, nella condizione di un giovane messo alle strette (da li nasce “intostreet“). Inoltre l’immagine di Liberato traspare come quella di un ragazzo costretto dietro le sbarre in “Gaiola portafortuna” (gaiola in latino significa prigione). Si può dunque presupporre che Liberato sia in regime di carcere a Nisida. Questa sono le nostre supposizioni, cercando di svelare chi si nasconde dietro l’identità di Liberato

Domenico Esposito e Filippo D’Onofrio