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Napoli – Si ritrovarono così, all’improvviso, senza comprenderne il motivo, con una carta timbrata dalla Corte d’Appello di Napoli che chiedeva loro la rendicontazione delle spese elettorali sostenute. Ma loro non erano mai stati candidati. Salvatore Madonna, il consigliere comunale di Napoli in quota Pd ha patteggiato a sei mesi la pena, nel corso del processo che lo vede coinvolto nell’inchiesta ribattezzata “Listopoli” su liste di candita a loro insaputa. Ad accogliere la richiesta e’ stato il gip Alfonso Sabella su proposta dell’imputato e del suo avvocato Carlo Di Casola, con il parere favorevole della Procura. Per gli altri imputati il processo è stato rinviato a maggio. Decine le parti civili pronte e costituirsi parte Civile tra cui Federica, la studentessa che era stata inserita nella lista “Napoli Vale”, che sosteneva Valeria Valente, candidata a sindaco nelle comunali di due anni fa. Tra gli indagati c’e’ anche Gennaro Mola, il compagno della Valente, accusato numero uno dei brogli elettorali nella compilazione delle liste che appoggiavano la candidata impegnata a scalzare dal secondo mandato Luigi De Magistris. Ipotesi di brogli elettorali: rischiano il processo e la condanna Gennaro Mola, ex capo dello staff elettorale della Valente; il suo braccio destro Renato Vardaro, Antonio Borriello, ex leader del Pd in quel di San Giovanni a Teduccio; e Aniello Esposito consigliere comunale certificatore delle liste.