- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Torre Annunziata (NA) – “Dolore e indignazione” dell’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, per la morte di Maurizio Cerrato, “per la brutale aggressione da lui subita a Torre Annunziata la sera del 19 aprile per soccorrere la figlia Maria Adriana, ‘colpevole’ di aver parcheggiato l’auto in un posto ‘riservato'”. In una nota, don Mimmo, sottolinea che “l’indignazione è per il perpetuarsi di delitti, violenze, soprusi sanciti da un abusivo codice del diritto, in virtu’ del quale un manipolo di prepotenti si permette di condannare chi giorno per giorno, con semplicità e senso del dovere, cerca di vivere la propria vita, nel rispetto della sana e santa convivenza umana e civile”.

Il dolore, poi, “diventa suffragio per l’anima di Maurizio e compassione per la sua famiglia e per l’intera comunità di Torre Annunziata. Alla famiglia la nostra vicinanza e il nostro impegno. L’umana pietà non può bastare e non rende giustizia ad una vittima innocente! E’ doveroso riconoscere nella vittima un padre impegnato a soccorrere senza fare violenza!”. Ma, conclude il presule, “la Speranza però non può venir meno! La speranza nelle istituzioni, che sono chiamate a fare la loro parte, vincendo la tentazione del facile consenso, la speranza nella società civile perchè non ceda a forme di arrendevolezza o peggio ancora di atteggiamenti omertosi, la speranza nella comunità ecclesiale perchè non ceda al pessimismo, ma inviti ad ancorare sempre più la fede in Gesù che è capace di fare nuove tutte le cose. In questo momento così grave, affidiamoci alla nostra Madre perchè asciughi le nostre lacrime e colmi il nostro cuore di consolazione”.