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Napoli – San Giovanni a Teduccio, Poggioreale, Gianturco e l’intera città di Napoli aspettano da troppo tempo che le cose cambino. Per questo motivo, l’europarlamentare e portavoce M5S Piernicola Pedicini si è appellato all’Unione Europea affinché verifichi cosa ne è stato delle risorse messe a disposizione per la bonifica di Napoli Est e se su questo può esercitare un controllo.

E’ dal 1998 che l’ex zona industriale della parte orientale di Napoli e le aree marine antistanti sono classificate come sito di interesse nazionale (S.i.n) e pertanto necessitano di interventi di bonifica. Si tratta di oltre 800 ettari dove attività produttive, principalmente impianti di deposito e stoccaggio di gas e prodotti petroliferi, continuano a produrre l´inquinamento già rivelato 20 anni fa, tramite una rete di tubazioni per il trasporto degli idrocarburi che passano a pochi metri dalle abitazioni. Aggiungendo quindi un altro elemento di pericolosità per l’incolumità pubblica.  

Nel 2011, l´allora struttura commissariale per le bonifiche ha disposto il trasferimento al comune di Napoli di opere, interventi e procedimenti, concernenti le attività di bonifica nel S.i.n. Napoli Orientale, unitamente al trasferimento delle relative risorse finanziarie nonché dei corrispondenti procedimenti giudiziali. 

Alla luce delle risorse stanziate negli anni dall’Unione Europea, Pedicini ha chiesto alla Commissione europea di chiarire qual è lo stato dell’arte dell’utilizzo dei fondi FESR 2007-2013 e della programmazione 2014-2020, relativamente al grande progetto Napoli Este alla bonifica del sito. 

Alla Commissione è stato inoltre chiesto di esercitare, laddove sia possibile, un monitoraggio ad hoc sulla quantità di risorse deliberate per il grande progetto a valere sul fondo FESR. 

Ripercorrere la storia di questo sito – commenta Pedicini è avvilente almeno quanto il constatare tutte le negligenze e le responsabilità di una politica che ha condotto una città nel baratro, condannandola alla rassegnazione. Eppure le cose possono e devono cambiare. Questo è solo il primo passo, il M5S farà di tutto non solo per ristabilire la verità sull’utilizzo dei fondi ma anche per spingere l’amministrazione di Napoli a combattere per ridare dignità a quest’area della città. Barra, San Giovanni, Ponticelli, Gianturco e Poggioreale devono tornare a risplendere della loro bellezza storica, quella che avevano in passato e che oggi molti hanno dimenticato”. 

L’attenzione del M5S è garantita a ogni livello istituzionale, Maria Muscarà, portavoce regionale, così commenta la vicenda: “Quella che un tempo era una vasta area industriale, oggi ha assunto le dimensioni di un quartiere densamente popolato, con centinaia di famiglie che vivono in abitazioni al fianco delle quali giacciono depositi di idrocarburi e oleodotti. Negli atti del processo contro la Kuwait si parla di 42mila metri cubi di acque oleose smaltite in maniera illecita. Una procedura illegale portata avanti per 60 anni. E non è un caso nel perimetro di quest’area ogni famiglia ha un malato di tumore da piangere”.