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Nel rapporto tra la maggioranza e la giunta Manfredi si registrano vistose crepe, evidenziate dal consiglio comunale convocato il 17 ottobre, saltato per assenza di numero legale. Non è stato un caso. E nel consiglio di oggi i malesseri sono filtrati nell’aula di via Verdi. A dargli corpo e voce il veterano Nino Simeone, presidente della commissione Trasporti, iscritto al gruppo misto in quota Psdi. Molto presto chiede e ottiene parola dal presidente dell’assemblea. E il suo intervento è a metà tra lo sfogo e l’invettiva. Un appello alla giunta a ravvedersi. Di fatto un atto d’accusa, neanche tanto velato. In un crescendo di pathos, usando talvolta il vernacolo, Simeone trascina l’amministrazione sul banco degli imputati.

L’episodio dell’ultima settimana, dove non siamo riusciti ad aprire il consiglio comunale – premette -, è un episodio e come tale deve rimanere“. Tuttavia “la situazione non è stata risolta, andiamo avanti per senso di responsabilità”. Da qui parte uno show, in grado di annichilire l’aula. Rivolto ai banchi semivuoti della giunta, Simeone ricorda: “Voi siete i responsabili politicamente di quello che sta avvenendo, insieme ai vostri uffici e ai vostri dirigenti”. Quindi la prima bordata: “Il 90% delle segnalazioni o delle azioni che il consiglio comunale cerca di condividere, non viene preso in considerazione. E mi tengo basso”. E poi: “Noi consiglieri lo abbiamo un dialogo con la città. Ci chiamano alle 6 di mattina, è a voi che non vi contattano”. Perciò l’invito agli amministratori: “Pesate bene le parole, questa è una città complicata”.

Continuando la requisitoria, si gira verso gli altri consiglieri. “Ce le vogliamo dire le verità?“. Secondo lui “ci sono problemi di comunicazione anche tra opposizione e maggioranza, e tra opposizione e amministrazione”. Citando a braccio: “Impegni presi e non mantenuti, atti deliberativi che non si capiscono”. Inoltre “cosa ancora più grave: quello che manca è la comunicazione tra quello che fa l’amministrazione, quello che fa il consiglio comunale e la città”. Per esemplificare: “La città ancora si aspetta la funicolare di Chiaia (chiusa da un anno in attesa di lavori, ndr) e nessuno spiega come sta la questione”. Oppure: “La città è ancora sporca e nessuno spiega che Ruggiero (amministratore unico dell’Asia, ndr) qualcosa sta cercando di fare. Se non va bene cacciamolo, la città è sporca“. Di problemi sul tavolo ce ne sarebbero diversi, i cittadini non mancano di lamentarsi. E ormai Simeone è un fiume in piena.

Traspare anche amarezza: “Dove vado vado, prendo ‘sputazzate’ in faccia dalla mattina alla sera, perché ci metto la faccia”. Finché erompe esasperato in napoletano: “Vi doveste pensare che voi fate i ‘bellilli’ e nuje ‘e ‘strunz’?”. Come affermare: agli assessori gli onori, ai consiglieri gli oneri. La passione oratoria ha ormai preso il sopravvento. Ma il consigliere vuole cantarne ancora, a quelli della giunta: “I rapporti istituzionali vanno garantiti, e chi deve garantirli sono i vostri dirigenti. Il sindaco non può seguire tutte le dinamiche, ha delegato voi”. Tanto per dire: “Non esiste che Trapanese (assessore al welfare, ndr) lo vedo ogni tanto in televisione perché deve fare pubblicità a qualcosa che non riguarda l’amministrazione, sto aspettando da 3 mesi che mi risponda”. E suggerisce: “Se dà fastidio, tornate a fare il mestiere che facevate prima“. Ulteriore richiesta, ma cruciale: “Garantite al nostro lavoro un minimo di dignità, perché è venuto a mancare anche questo negli ultimi tempi. Risposte sgarbate da persone che non dovevano farlo“. A bocce ferme, Simeone ammette che “dopo tanti anni di esperienza, anche io ho perso le staffe“. Di questo “me ne scuso“. Ma sulla sostanza non arretra di un millimetro.