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Napoli – Domenica è il giorno del sì. Tra 48 ore Gaetano Manfredi – fa sapere chi ci ha parlato quest’oggi – romperà gli ultimi indugi e accetterà la nomination del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle per la corsa a sindaco di Napoli.

Il dado è tratto: non ha più dubbi chi lo attornia. Tant’è che, nelle stanze dell’ex rettore della Federico II, già si respira l’aria carica di aspettative tipica di chi accetta una grande sfida: “Sì, è in campo”.

Il suo entourage lo descrive come molto determinato a diventare la figura simbolo di quella che doveva essere una alleanza strategica a livello nazionale, tra Pd e Movimento 5 Stelle, e invece si è ridotta solo nel capoluogo partenopeo. Ma tant’è: il laboratorio giallorosso, qui un risultato sembra proprio averlo dato. Tant’è che, riferiscono sempre gli uomini del rettore, si è messo già a punto tutto il programma per il gran giorno.

Perchè domenica è il giorno del sì? Perchè nel frattempo si darà modo al segretario del Pd Napoli Marco Sarracino di completare il giro di consultazioni che aveva promesso agli alleati per sondarli ufficialmente sul nome che li unisce. E poi per pensare bene le parole da spendere.

Già, perchè Manfredi, a Enrico Letta, Giuseppe Conte e agli altri big che nelle ultime ore l’hanno cercato al telefono, ha parlato chiaro: “Signori, io sono qui. A disposizione. Pronto a rimboccarmi le maniche. Ma non per questo mi consegno a mani nude. Ora sono io a rilanciarvi il guanto della sfida…“.

E le cose che Manfredi ha ben chiarito ai suoi interlocutori sono state poche ma semplici. In primis: una legge che salvi Napoli dal crac finanziario. Poi: la libertà di avere l’ultima parola su chi andrà a comporre le liste che lo sosterranno. In caso di vittoria, poi, la libertà a Palazzo San Giacomo di formare una squadra altamente competente e di mettere gli uomini e le donne che ritiene più opportuni nei posti chiave. 

Quello di Gaetano Manfredi non sarà un sì incondizionato.