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Napoli – Un anno fa aveva esortato i propri concittadini a denunciare le estorsioni della camorra. Stanotte è stato arrestato a Roma nella maxi-operazione “Petrol-Mafie spa” che ha portato la Guardia di Finanza e i carabinieri ad eseguire a 71 misure cautelari in tutta Italia oltre a un sequestro beni per un miliardo di euro. 

E’ la storia di Antonio Moccia, 57 anni, fratello del boss ‘dissociato’ Angelo Moccia, che nella sua Afragola – città dell’area Nord di Napoli- nel marzo del 2020 si era reso protagonista di una peculiare vicenda. Moccia fece affiggere dei manifesti attraverso i quali invitava imprenditori e cittadini a denunciare le estorsioni della camorra. In quei mesi Afragola era scossa dalle bombe del racket. Nel testo dei manifesti, a caratteri cubitali di colore rosso, c’era scritto: “Avviso Importante, Mi rivolgo ai commercianti, agli imprenditori e a tutti i cittadini di Afragola e dei paesi vicini che vengono massacrati ogni giorno da estorsori che minacciano i nostri affari e che rovinano con la droga i nostri figli. Ho anche scoperto che più volte spendono il nome mio e quello della mia famiglia; vi invito a denunziare tutti i colpevoli e se vengono falsamente a nome della mia famiglia ancor di più immediatamente”.

Antonio è l’ultimo figlio di Gennaro Moccia e Anna Mazza, il primo ucciso in un agguato di stampo camorristico nell’aprile del 1974, la seconda soprannominata “la vedova nera”, la prima donna d’Italia ad essere stata accusata di reati di mafia, anche lei deceduta ma per un ictus. Antonio Moccia è stato indagato e assolto dall’omicidio di Mariano Bacioterraccino, il rapinatore che fu ammazzato al rione Sanità nel 2009 e il cui video fece il giro del mondo.