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Di Carlo Tarallo 

Napoli – Mara Carfagna sta per passare il Rubicone. Le pressioni sulla vicepresidente della Camera, affinchè lasci Forza Italia, ormai totalmente appiattita sulle posizioni sovraniste di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, affinchè si metta alla guida di un nuovo movimento politico moderato, sono ormai quasi insostenibili. Mara tentenna, non vorrebbe lasciare il partito che rappresenta la sua “casa” politica, non vorrebbe dare un dispiacere a Silvio Berlusconi, ma il rischio è che le decine di parlamentari di Forza Italia insofferenti verso l’egemonia di Matteo Salvini si trasferiscano armi e bagagli (e voti) in Italia viva, il partito di Matteo Renzi.

L’alternativa è appunto fondare un movimento che affondi le radici nel Partito Popolare europeo, che resti saldamente nel centrodestra ma che si ispiri alla tradizione liberale, europeista, moderata. Le dichiarazioni delle ultime 24 ore della Carfagna sono una sorta di ultimo appello a Forza Italia, affinchè recuperi i valori sui quali fu fondata, un quarto di secolo fa, da Berlusconi.

L’uscita dall’euro”, dice Carfagna, riferendosi alle recenti dichiarazioni del leghista Claudio Borghi, “sarebbe una sciagura per il paese e la grande maggioranza degli italiani ne è consapevole, come conferma oggi il Censis. Le forze politiche di centrodestra hanno il dovere di rassicurare gli italiani una volta per tutte: nessuno ha intenzione di tornare a una moneta debole e svalutata, che ridurrebbe il valore degli stipendi e dei conti correnti degli italiani. Riformare e migliorare l’Unione Europea”, aggiunge Mara, “è un nostro dovere e un nostro obiettivo. Inseguire una propaganda dannosa, solo per racimolare qualche voto in più, non è degno di chi si candida a governare il paese ed è un danno alla credibilità dell’Italia”.

Il linguaggio pieno di odio che ormai caratterizza l’Italia”, aggiunge la Carfagna, in riferimento al caso della maestra sospesa per offese e maltrattamenti rivolti ai bambini che frequentano l’asilo nido di Cocquio Trevisago (Varese), “ha riportato a galla antiche forme di razzismo. In provincia di Varese, una maestra del nido maltratta e insulta i bambini chiamandoli terroni. Ora basta, bisogna cambiare. Politica e istituzioni diano l’esempio”.

Sulla questione euro, Mara Carfagna oggi è stata protagonista di un botta e risposta su Twitter con Claudio Borghi, il deputato leghista che continua a non escludere l’uscita dall’euro. “Tranquilla Mara”, ha risposto Borghi, “finché non lo vorrà almeno il 51% degli italiani ci terremo la tua amata moneta, tuttavia non confondere la rivalutazione del tuo stipendio perché sei diventata parlamentare con ciò che è successo agli Italiani. A loro l’euro ha fatto un altro effetto”. “Caro Borghi”, risponde Mara, “da quando sono parlamentare ho studiato tanto e, anche con l’aiuto di veri esperti, ho compreso la causa del male italiano: la produttività, non l’euro. Servono riforme per promuovere formazione, innovazione, infrastrutture, competitività. Non certo la svalutazione. Perché non chiedi alle imprese italiane, magari del Nordest, cosa ne pensano della tua idea di uscire dall’euro? E alle famiglie che hanno contratto un mutuo?”. 

Ah ho capito”, ribatte Borghi, “qui c’è un problema di mancanza di studio. Vedi Mara, possiamo prendere qualsiasi posizione politica ma lo dobbiamo fare partendo dalle motivazioni corrette. La rata del mutuo è semplicemente una sciocchezza. I mutui stipulati prima dell’euro sono rimasti in lire?”. “No”, ribatte la Carfagna, “qui c’è un problema di mancanza di serietà e di buon senso. Ma anche su quello si può lavorare. D’altronde Salvini è stato costretto a smentirti dopo un secondo”. Chiude Borghi: “Difficile smentire cose che non ho detto”, chiosa il leghista, “comunque ricorda che la rata del mutuo diventa insormontabile per chi viene licenziato perché la fabbrica chiude. Stammi bene!”.