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Napoli – Peccato che ‘Propaganda Live’ abbia chiuso la stagione televisiva. Perchè la campagna elettorale di Napoli avrebbe offerto al fumettista Makkox, al secolo Marco Dambrosio, uno dei protagonisti della trasmissione di satira politica di Diego Bianchi, un bel pò di lavoro.

Tanto più che Makkox si vanta di essere uno specialista nella grafica dei simboli dei partiti. E a Napoli, proprio per questo, avrebbe trovato il suo Eden. Ad avere bisogno di lui ci sarebbe stata Forza Italia, alle prese con una scelta che la sta dilaniando: proprio quella sulla grafica del simbolo da piazzare sulle schede elettorali sulle quali voteranno entro il prossimo ottobre i napoletani.

Perchè è un dilemma? La risposta è facile: perché Forza Italia, nel suo simbolo, deve riassumere tutta la sua identità politica in vista delle elezioni comunali. E non è una cosa tanto semplice: i berlusconiani, nel capoluogo partenopeo, devono mantenere il punto di conservare la loro classica bandiera, la loro identità. Ma, contemporaneamente, non possono venire meno al patto sottoscritto con il loro candidato sindaco, Catello Maresca, di mettere ben in evidenza l’origine “civica” del matrimonio che li ha uniti.

E quindi: la domanda da 1 milione di euro per Fulvio Martusciello & company somiglia tantissimo a quella che tante donne rivolgono al loro uomo: che vestito mi sta meglio? Questo o quello? Guai a dare la risposta sbagliata. Nell’armadio di Forza Italia, la scelta è tra 8 outfit. Tutti e otto hanno al centro la classica bandiera di Forza Italia, c’è da dire. Ma attorno alla bandiera, le opzioni si moltiplicano. E c’è da rompersi il capo.

Il simbolo classico dei berlusconiani è compreso in un cerchio che può essere con campo bianco e scritta azzurra. O l’inverso: campo azzurro, scritta bianca. Il cerchio può comprendere la scritta “Progetto per Napoli” o “Maresca per Napoli”. Ancora: il cerchio può contenere un piccolo tricolore oppure un semplice punto.

E insomma. Nelle chat, come nelle stanze in presenza dei berlusconiani, si discute animatamente. “Perchè il cerchio bianco, diciamo la verità, lascia che gli occhi degli elettori cadano più facilmente sul nostro simbolo…”, sostengono gli azzurri che parteggiano per un profilo più “classico-politico”. “No, meglio il cerchio azzurro che fa risaltare di più Maresca”, ribattono coloro che parteggiano per un profilo più “alla moda-civico”. “Ma il cerchio azzurro pare che ci camuffi un pò troppo: ci conviene?”.

“Maresca, ormai, si è dichiarato di centrodestra: è dei nostri! Quindi, possiamo andare tranquilli…”, c’è chi osserva. Fatto sta che la questione non è di pura estetica. Ma simboleggia (appunto) il passaggio più politico del centrodestra napoletano: quello che ha fatto fare un’inversione a U al candidato Maresca. Il quale era partito “puramente civico”; “nè di destra nè di sinistra”; e che – beato lui! – se ne “fotteva dei simboli”. Ma che ora, dopo aver (ri)stretto la mano a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, avrebbe bisogno anche lui di un consiglio da Makkox.