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Napoli – E’ stata la prima condizione che ha imposto al centrodestra. C’è chi giura, il neo coordinatore napoletano di Forza Italia Fulvio Martusciello in primis, che sarà la prima a togliere.

E’ il diktat di Catello Maresca sui simboli di partito.

Spiegata dall’inizio: la candidatura a sindaco dell’ex pm della Dda si è subito caratterizzata sostanzialmente come di centrodestra. Tant’è che la prima a scommettere sul Maresca politico è stata la ministra Mara Carfagna già lo scorso anno, quando ci si accingeva a votare per le regionali.

Detto questo, Maresca non vorrebbe caratterizzarsi come uomo di parte, del centrodestra. Così, fin dalle prime riunioni in vista delle elezioni di quest’anno, per le comunali a Napoli, ha chiesto a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia di sostenerlo senza, però, mettere sulle loro liste il simbolo di partito.

Fratelli d’Italia ha subito detto che non se ne parlava neanche, visto come tira il nome di Giorgia Meloni. La Lega, visto che a Napoli, nè Alberto da GiussanoMatteo Salvini danno un valore aggiunto, si è detta disponibile al “sacrificio”. Forza Italia, fino a che è stata guidata da Stanislao Lanzotti, si era detta dello stesso avviso. Ma ora, sotto la guida dell’eurodeputato Fulvio Martusciello, non vuole rinunciare alla sua identità.

E quindi: è stato (ed è) un tira e molla. Dalle ultime riunioni, sembrerebbe che Maresca stia cedendo acconsentendo ai simboli dei partiti di centrodestra sulla scheda elettorale accanto a quello delle liste civiche a suo sostegno.

Tuttavia, la questione, non essendo puramente grafica, ha il suo valore politico. Ne vale della caratterizzazione della stessa discesa in campo di Maresca: civica (come vorrebbe il sostituto procuratore generale di Napoli) o partitica?

Forza Italia si è dilaniata su questa questione. E continua a farlo. Tant’è che Lanzotti l’ha lasciata per dedicarsi anima e corpo alla sua civica: “Azzurri per Napoli”. E ora, con i suoi, confida che è pronto a sostenere Maresca solo a patto che mantenga la parola data: di fare a meno dei simboli dei partiti di centrodestra. “Garanzia di sconfitta”, a sentire i discorsi che fa, ad esempio, con Piero Diodato, Antonio Milo, Angela Della Pia, Raffaele Di Monda e Riccardo Monti. Quest’ultimo, non a caso, mantenuto caldo come candidato sindaco in pectore della lista.