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Castellammare di Stabia (Na) – La città di Castellammare di Stabia si unisce nella lotta degli 81 operai dello stabilimento Meridbulloni e delle circa 15 famiglie dell’indotto.

Alla chiamata alle armi, lanciata dal sindaco Gaetano Cimmino, risponde tutta la cittadinanza ed il caso si avvia verso Roma, per accedere ai tavoli di confronto del ministero dello Sviluppo Economico. Appuntamento al Mise programmato per il prossimo 2 gennaio.

Stiamo puntando al governo” chiariscono i lavoratori stabiesi che questa mattina, nonostante le avversità meteorologiche, hanno iniziato il loro 13esimo giorno di presidio all’esterno della fabbrica di Corso De Gasperi. Non si ferma però neanche l’onda di solidarietà che in questi giorni continua ad abbracciare gli operai stabiesi.

Solo ieri il primo cittadino di Castellammare ha radunato in videoconferenza tutti gli Enti  locali e sovracomunali per “portare avanti la vertenza come la sottoscrizione di un’interrogazione parlamentare che vada al di là dei colori politici per dare un forte impulso al Governo centrale”.

Dopo le tante passerelle dei politici campani, molti di essi anche legati al partito che ha in mano i ministeri direttamente interessati alla vicenda, Cimmino invita tutti a lavorare per l’obiettivo comune. Che significa scongiurare i licenziamenti, annunciati a sorpresa lo scorso 18 dicembre, del Gruppo Fontana.

Un “ricatto” a tutti gli effetti dove l’azienda brianzola per bypassare il blocco dei licenziamenti, vigente fino al prossimo 31 marzo, ha proposto agli operai come unica alternativa al licenziamento il trasferimento al Nord Italia. Dove la Meb continuerà a produrre. Alla missiva degli imprenditori settentrionali i lavoratori hanno risposto così con la lotta ed ora hanno già tutta la città, e non solo, dalla loro parte.

E’ fondamentale, infatti, unire le forze per scongiurare in ogni modo la chiusura della realtà produttiva di Castellammare di Stabia – ha spiegato il primo cittadino – e salvaguardare quasi cento famiglie. Siamo in una fase molto delicata e importante: le istituzioni, le forze politiche e le liste civiche sono vicine ai lavoratori che si trovano da giorni in sit-in fuori alla fabbrica”.