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Napoli – Il metrò dei veleni. Non accennano a rientrare le polemiche relative ai cantieri per la costruzione della Linea 6 di Napoli. Un’opera colossale, dall’importo complessivo di 800 milioni di euro e che ancora oggi, a distanza di 28 anni dall’avvio della fase di progettazione, resta di fatto una chimera. A gettare benzina sul fuoco ci pensa oggi il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle. La compagine di via Verdi guidata da Francesca Menna torna infatti a incalzare la giunta de Magistris con una sfilza di domande che fino ad ora sarebbero rimaste inevase. A destare allarme è soprattutto il rischio idrogeologico che l’intervento sul sottosuolo partenopeo avrebbe innescato. Leggasi, il crollo di uno stabile alla Riviera di Chiaia nel marzo del 2013.

Gli esponenti grillini in consiglio comunale rilanciano dunque gli interrogativi all’indirizzo del primo cittadino: «Dopo il rientro dei cittadini non sono ancora noti con esattezza i danni ai fabbricati, alle loro fondazioni e ai terreni. Ritiene compatibile questa determinazione con la tutela della pubblica incolumità e con la doverosa difesa delle parti lese dal crollo?». Non solo: «È al corrente del fatto che la valutazione del danno subito dai fabbricati, e quindi la valutazione della loro sicurezza, è stata effettuata in base a testimoniali di stato redatti da Ansaldo nel 2009, cioè a lavori già iniziati? È al corrente che la stessa procedura di VIA sulla linea 6 è stata completata ben dopo l’inizio dei lavori e solo sotto minaccia della Regione di avvio della procedura per danno ambientale?». A questo punto il M5S entra ulteriormente nel dettaglio: «Circa il dissesto idrogeologico causato dai lavori di costruzione della stazione Mirelli, quali garanzie ci sono che esso sia localizzato solo nell’area dei fabbricati sgomberati e non sia invece esteso anche alle strade limitrofe?». E ancora: «Quali garanzie ci sono che la ripresa dei lavori della Linea 6 non possa causare altri danni alla Riviera di Chiaia? Perché è continuamente rimandato il più volte promesso sondaggio del sottosuolo della Villa Comunale?». C’è poi il nodo burocratico-finanziario: «Cosa sa dirci in merito alle modalità di affidamento della concessione per la Linea 6 alla società Ansaldo in ordine alla trasparenza delle procedure nell’affidamento degli appalti e degli incarichi professionali? È al corrente di quanto finora è stato speso per la realizzazione dell’opera, quanto ancora resti da spendere per il suo completamento e se i finanziamenti siano sufficienti?». E infine: «È stata mai valutata l’ipotesi di messa in mora della concessionaria Ansaldo, con risoluzione contrattuale per colpa grave?». Tante, troppe domande. E ancora pochissime risposte. Forse nessuna.