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Napoli – Ci risiamo, ancora una volta è tutto come prima, o forse peggio di prima e come da peggiore tradizione i clan si fanno sentire. Il ministro Matteo Salvini era arrivato a Napoli da poche ore ma la camorra aveva già messo a segno due sparatorie durante la notte. La prima nel centro della città, in vico Giganti, una parallela di via dell’Anticaglia ai Decumani. In due su uno scooter hanno fatto fuoco attorno alle 2,30 dal civico 29, al civico 40 esplodendo oltre trenta colpi di pistola.

La chiamano “stesa” ma altro non è che una sparatoria a raffica con nessun obiettivo preciso ma solo con l’intento di terrorizzare i nemici che dovrebbero per questo tapparsi in casa. Ma ad impaurirsi sono stati soprattutto i residenti della via che hanno chiamato le forze dell’ordine giuste sul posto pochi minuti dopo. C’erano a terra i segni della sparatoria e bossoli dappertutto. Una dimostrazione di forza del clan Mazzarella che è entrato in conflitto con il clan Sibillo, alleatosi con i Contini, per il controllo delle piazze dello spaccio a Forcella e ai Decumani e per il racket nella zona della Duchesca, un mercato rionale dove ci sono tanti extracomunitari, quasi tutti di nazionalità senegalese, che vendono merce contraffatta e pagano 10 euro a settimana di pizzo.

L’allarme è poi scattato un’ora dopo a San Pietro a Patierno, quartiere a nord di Napoli, non molto distante da Capodichino e Secondigliano. Questa volta la camorra ha fatto fuoco contro le saracinesche di un bar. Secondo le forze dell’ordine potrebbe trattarsi di racket anche se il proprietario, come da prassi, ha dichiarato di non aver avuto mai alcun tipo di pressioni di natura estorsiva. Le indagini sono in corso e ancora si cercano riscontri ma è un dato di fatto che anche la presenza del ministro dell’Interno a Napoli non scoraggi la camorra a fare il proprio “mestiere”.