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                                                                                                    di Tonia Scarano

Napoli – Giuseppe Moscarella ha 24 anni, vive a Torre del Greco (Na) e il 2 agosto ha indossato la fascia dell’uomo più bello della penisola, concorrendo a Pescara per il titolo di Mister Italia 2020.

Giuseppe, nonostante l’equilibrio precario del momento storico, hai ricevuto il titolo di uomo più bello. Come hai vissuto questo percorso durante l’emergenza sanitaria e come stai vivendo i giorni post-elezione?

“Nei giorni post elezione non ho realizzato subito quello che è successo, sono onesto. Adesso me la sto vivendo bene, perché sto iniziando a prendere consapevolezza di quello che è avvenuto a Pescara. So che ci sarà molto lavoro da fare e sono molto concentrato in questi giorni. Per fortuna alle spalle ho un ottimo team che mi aiuta in questo. In particolare ringrazio Antonio Lambiase, Simona Barchetti, un ringraziamento speciale al patron Claudio Marastoni, che ha creduto in me e a tutte le persone che sono dietro e non si vedono. Per quanto riguarda il momento storico è stata gestita la cosa al meglio. Hanno fatto un ottimo lavoro, sia l’organizzazione, sia il comune di Pescara. È stata fatta una manifestazione a regola, a norma, anche dietro le quinte avevamo il giusto distanziamento, speriamo che questa situazione si risolva al più presto e anche io riesca a dare un messaggio per questa situazione, per quello che posso fare e nei limiti di quello che adesso sono diventato. Sicuramente mi piacerebbe fare qualcosa anche per Torre del Greco, anche in base a questa situazione, vediamo per l’ospedale, per esempio”.

La fascia che porti è sorretta da un insieme di fattori umani che non escludono una spiritualità ed una cultura molto attive. Sei una persona curiosa, ami il cinema e le arti, ami la musica. L’espressione è fondamentale per te, infatti studi teatro. Quanto c’è di Napoli nelle tue ambizioni?

“Teatro lo studio al Cilea, la formazione è fondamentale, perché la bellezza è una cosa che passa. Da sola non sarebbe bastata, servono altre caratteristiche tra cui la formazione, avere fame e crederci sempre. Sono caratteristiche che credo di avere. Di Napoli non dico il 100%, ma il 99,9% di ambizioni c’è. Abbiamo un qualcosa di innato, noi napoletani. È quella fame che viene detta “garra” da altre parti, da noi si dice a “cazzimma”, ovviamente nell’accezione positiva del termine. De Filippo per me è il maestro del teatro. Da de Filippo a Troisi, che sono i miei idoli tra virgolette, sono inarrivabili. Non puoi nemmeno chiamarlo idolo, Massimo, perché è talmente in alto che mi contengo nel nominarlo”.

Concili il sogno alla realtà o la realtà al sogno?

“Secondo me il motore di tutto sono i sogni. Quindi sicuramente, poi bisogna trasformare quel sogno in realtà. Se non ci sono sogni non può esserci qualcosa di concreto, dopo. La cosa importante che sto cercando e cercherò di fare è di non abbandonare mai il bambino che è dentro ognuno di noi. Spesso dimentichiamo quello che eravamo da bambini, i bambini giocano con i sogni. Se ricordassimo dei sogni che avevamo da bambini potremmo portarli avanti, portarli nella vita da adulti. Sono alla base di tutto e sono loro a portare la realtà”.

Sei prossimo alla laurea. La materia che studi riconferma la tua voglia di conoscenza e di presenza attuale nel mondo: Management delle imprese internazionali. Da Mister Italia 2020 e da ragazzo in procinto di laurearsi quali pensi siano le priorità per un/a 24enne, oggi, in Italia?

Mah, sicuramente io non posso dare un consiglio a 24 anni. Se dovessi parlare con un ragazzo più piccolo di me che vuole iniziare qualcosa, direi che è necessario che ci sia uno studio, che ogni giorno si abbia fame di scoprire cose nuove, perché ci permettono di arricchire il nostro bagaglio culturale e personale. Anche fare degli errori è importante. Scegliere di non fare l’università e lavorare, per esempio, serve anche questo. Viaggiare ti aiuta ad aprire tantissimo la mente. Uscire fuori dalla zona di comfort è ciò che apre la mente. Io ho scelto di fare un percorso, quello universitario e dopo mi sono trovato nell’altro percorso, anche se è una cosa che coltivo da ragazzino. Avrei scelto comunque di fare l’università, perché per me è fondamentale la formazione”.

È possibile che la tua visibilità attuale ti renda oggetto di osservazioni e imitazioni, soprattutto da parte dei più giovani o delle più giovani. Cosa vuoi trasmettere maggiormente agli altri di te stesso?

“Io spero che nessuno mi imiti. Penso che ognuno abbia una propria personalità, se ognuno trova la sua quella è la strada migliore. La bellezza da sola non basta e penso che si sia visto con la vittoria del titolo, che accompagnato anche da valori sotto il punto di vista culturale, ti possono aiutare a fare bene in un altro campo. Togliere lo stereotipo del bello che non balla, questo vorrei trasmettere”.

È presuntuoso fare previsioni, ma in quale ambito progetti maggiormente?

“Sicuramente il cinema. Sogno di diventare un attore cinematografico e chissà, un giorno anche andare a Hollywood. Quello sarebbe il sogno massimo”.