È morto Mimmo Jodice, considerato uno dei più importanti fotografi al mondo e tra i principali esponenti della fotografia d’avanguardia. Aveva 91 anni. Nato a Napoli nel Rione Sanità, si avvicinò alla fotografia negli anni ’50, ma risalgono agli anni ’60 le prime esposizioni con Lucio Amelio e le collaborazioni con alcuni tra i più grandi artisti dell’epoca: Andy Warhol, Sol LeWitt, Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Alberto Burri tra gli altri. Ha esposto la sua arte con personali nei musei di tutto il mondo: dal Philadelphia Museum of Art nel 1995 alla Maison Européenne de la Photographie nel 1998.
Il sindaco e tutta l’Amministrazione comunale di Napoli esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Mimmo Jodice, maestro della fotografia e voce poetica della città. Con la sua arte, Jodice ha saputo raccontare Napoli al di là dei cliché, restituendone l’anima più autentica.
Per volontà del Sindaco e della famiglia, “la camera ardente sarà allestita, giovedì 30 ottobre, dalle 12 alle 16.30 presso il Maschio Angioino”, luogo simbolico e caro all’artista, che ha ospitato la sua ultima grande mostra “Napoli Metafisica”. Un gesto che intende rendere omaggio alla sua figura in uno spazio che ha saputo accogliere e valorizzare la sua visione della città.
“La morte di Mimmo Jodice rappresenta una grave perdita per Napoli. La sua arte sapeva reinterpretare bellezza e dolore, la mostra al Maschio Angioino a lui dedicata è stata l’occasione per rendere omaggio al suo percorso. Continueremo a onorare il suo tratto distintivo”. Così il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi commenta sui social la morte del grande fotografo napoletano di cui si è appreso in serata.
“Con Mimmo Jodice scompare un maestro indiscusso della fotografia italiana e internazionale, un uomo di rara sensibilità che ha saputo raccontare con la luce l’anima nascosta delle città, dei volti, delle rovine, della memoria. Il suo sguardo era insieme antico e radicalmente moderno, capace di rendere visibile l’invisibile”. Lo dice il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
“La nostra amicizia, maturata durante la mia presidenza al Maxxi, era nutrita dalla comune convinzione che le arti riescano a trovare un senso compiuto quando vengono poste al servizio della società. È esattamente l’ideale che il maestro Jodice perseguì lungo l’intero arco della sua inarrivabile carriera. A sua moglie Angela e alla sua famiglia – conclude Giuli – va il mio caloroso abbraccio”.
“La nostra amicizia, maturata durante la mia presidenza al Maxxi, era nutrita dalla comune convinzione che le arti riescano a trovare un senso compiuto quando vengono poste al servizio della società. È esattamente l’ideale che il maestro Jodice perseguì lungo l’intero arco della sua inarrivabile carriera. A sua moglie Angela e alla sua famiglia – conclude Giuli – va il mio caloroso abbraccio”.























