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Napoli – “Due anni fa abbiamo rivolto i primi appelli al governo regionale affinché si invertisse la rotta nell’organizzazione delle Universiadi. Erano palesi già allora i ritardi sul cronoprogramma nella realizzazione di un evento che, per numero di atleti e discipline, è secondo solo alle Olimpiadi. Il nostro grido d’allarme muoveva i suoi passi dall’assunto che fino a quel momento organizzazione e risorse economiche erano stati concentrati esclusivamente su consulenze, viaggi, missioni e scelta degli arredi per la sede dell’Agenzia regionale. Bisognava piuttosto concentrarsi sui bandi di gara, sull’impiantistica e sulla fase organizzativa. Così non è stato. Tardiva l’ammissione di fallimento di De Luca, costretto a cedere il passo a due commissari che si sono avvicendati a distanza di un anno. Il risultato è che a cento giorni appena dalla cerimonia d’inaugurazione, molti impianti sono ancora da completare, il personale, tra dipendenti e volontari, è insufficiente, non è partito, perché non è stato ancora mai approntato, alcun piano di comunicazione, non è stata decisa una data per la cerimonia di chiusura dell’evento né è stato definito il percorso della torcia. Per non parlare della grottesca lite sulle tonalità di colore dei sediolini del San Paolo”. Così la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà.

“Comunque vada, sarà un evento in scala ridotta e un’occasione persa per Napoli e la Campania. Decine di milioni che si sarebbero potuti investire in impiantistica sportiva e opere infrastrutturali, sono stati bruciati nelle navi da crociera noleggiate per ospitare gli atleti. Avevamo l’occasione per restituire ai cittadini strutture come il Collana che, come altri impianti, resterà uno stadio incompleto, insicuro e destinato ad anni di nuovo abbandono. Il dato paradossale è costituito dalle centinaia di migliaia di euro spesi per le missioni a Taipei, sede degli ultimi giochi, dove una delegazione dell’Aru si recava a prendere appunti e dove a cento giorni dal via era già tutto pronto, compresi impianti costruiti ex novo e grattacieli edificati per ospitare atleti, giornalisti e staff. Mentre in Campania ad oggi non c’è neppure ancora una mascotte”