- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – “Tu adesso vai all’ospedale che diciamo noi”. Così i familiari di una paziente con un presunto caso di infarto nei confronti del personale del 118 intervenuto “colpevole” di voler trasferire la donna al Cardarelli, dove c’è l’Utic (Unità di terapia intensiva cardiologica), e non al vicino ospedale San Paolo di Fuorigrotta. È quanto successo la scorsa notte alle 2circa alla postazione 118 di Scampia, allertata per dolore toracico e dispnea in cardiopatica in una traversa di Cavallegeri d’Aosta zona Fuorigrotta.

Giunto sul posto, l’equipaggio provvede a rilevare i parametri vitali e a praticare l’elettrocardiogramma, strumento di valutazione fondamentale in quanto permette di escludere che si tratti di un infarto e pertanto refertato in tempo reale dal cardiologo. Per cui l’elettrocardiogramma non risulta soddisfacente e deve essere ripetuto e per questo motivo i parenti aggrediscono verbalmente l’equipe. Più volte l’equipaggio viene esortato a trasferire la donna al pronto soccorso senza ripetere l’elettrocardiogramma sicché viene decisa come destinazione il Cardarelli, in quanto è presente l’Unità di Terapia intensiva cardiologica. Ciò comporta un’ennesima aggressione da parte dei parenti nei confronti del personale 118 perché volevano che la donna venisse trasferita immediatamente nel vicino nosocomio “San Paolo”. Nonostante gli innumerevoli tentativi per spiegare il motivo della scelta di quella destinazione, i familiari non hanno voluto ascoltare ragioni ed hanno costretto l’equipaggio a recarsi immediatamente al nosocomio di Via Terracina.

L’episodio è stato denunciato dall’equipe alla polizia. “Capite che quando chiamate il 118 non state chiamando un taxi e soprattutto che se il medico sceglie una determinata destinazione è solo perché quel nosocomio prescelto è quello che può trattare meglio la vostra patologia” commenta la pagina Facebook “Nessuno Tocchi Ippocrate” che ha denunciato la 97esima aggressione del 2019.